Di pensieri e parole
Come un buontempone
Alla ricerca del ghigno perduto
O di un se stesso caduto
Il primo del mese
Per le belle guance di una Rosalia
Venuta dal Sud
Compagna di merende
E tante altre elucubrazioni
Nella testa parecchi misteri
Compresi i suoi capelli neri
Più o meno tranquilli
Eppure quello
Il più assurdo
Il più anormale
Di voler andare al mare
Non per vedere il mare
Ma per sentire
Come recitano le campane della riviera
Ché possono suonare così forte
Da stordire anche un sordo
Di quella volta che la notte sembrava agonizzare
Per inseguire una chimera
La sua chimera
La preziosa chimera del sacrestano
Sacre chi?
Eppure il sacrestano è un mestiere nobile
Un mestiere che si confà
A chi sa leggere il destino delle persone
Non un azzeccagarbugli, no di certo
Ma un uomo, immensamente tale
Con la convinzione di riuscire un giorno
Ad assaporare la polvere delle stelle
Come se negli astri ci fosse realmente polvere
Ma non una polvere qualsiasi
Bensì la polvere del creato
Quella che c’era anche prima di ogni prima
E che domani ci sarà ancora
Per ovvietà e costume
Sicché i traguardi dell’economia
Non lo interessavano da farlo incanutire
Lui era una specie di artigiano
Un cabarettista fuori moda
Affascinato dalle allegorie
Ma non di certo dagli algoritmi
Spalleggiando chiunque se necessario
Pur a costo di finire
Con le chiappe abbrustolite
Fra commensali privi di ogni carisma
Assiepati intorno a un cenacolo disadorno
Il topino che regnava con lui
A sua insaputa
Recitava preghiere apocrife
Creando per la casa
Un’atmosfera perennemente natalizia
Ottocentesca, giammai vituperevole
E quando lo andavano a trovare
Lo trovavano perdutamente assopito
Un ago e un filo per rammendare
Cristalli di esistenza
Il ghiaccio delle strade
Falsificava il suo avvenire
Circoscrivendo parafrasi di sogni
Metafore e altre quisquilie
Non gli mancava, però, la fantasia
Benché avesse qualche problema con la fotosintesi
Commettendo suo malgrado l’errore
Di non adoprarsi al genio della Divina Commedia
Credendola un gioco per ragazzini
Se solo avesse saputo di Dante
Del suo vaticinare
Se lo sarebbe potuto fare amico
E poi chissà che favole sarebbero sorte dai loro incontri
Ma non a tutti purtroppo
È consentito di tracciare rette perfette
Non a tutti è dedicata la penitenza
Così, dunque, sono andate le cose
Il resto chiacchiera nel vento
Al sommo maestrale
Che ancora oggi, come ieri
Punta al mare
2011