Cenere, fumo, è in subbuglio Milano
Di questi tempi non è così strano
Piazza del Duomo, ormai Milleseicento
Donne e soldati coperti d’argento
Son gabellini, o spagnoli, o chissà
Meglio sparire al più presto da qua
Dal lazzaretto o da Porta orientale
Bergamo, certo, il rifugio ideale
Quante cascine, e villaggi perduti
Sembrano agnelli dal cielo caduti
Chiedere, meglio, che andare a fortuna
Quella signora che ammicca alla luna
Siete fuor strada, signore, di là
Per Gorgonzola mi ringrazierà
Eccolo, intanto, un bicchiere di vino
Buono anche il pane e questo stracchino
Quanti pericoli, ma all’osteria
Prossima tappa, Liscate e poi via
Scivola l’Adda, ma dove chissà
Poche le miglia dalla libertà
Scoccano, intanto, le sei di sera
Qualche viandante ma non una vera
Dimostrazione di affetto sincero
Tanti i colori più belli del nero
Vento che soffia, notte che arriva
Cani che abbaiano alla deriva
Ma non è un ladro, né un malavitoso
Sarà di certo un inverno pietoso
Alberi sparsi, marruche e quercioli
Non è mai bello viaggiare da soli
Troppi fantasmi di santi e dannati
Quelli soltanto finiti ammazzati
Eppur si sente qualcosa di strano
Sembra il rumore di un fiume lontano
Ci si potrebbe scommettere ancora
Avrà il sorriso la prossima aurora
E adesso un bel sonno ristoratore
C’è la capanna di qualche pastore
Tutti lo dicono serve pazienza
E al resto ci pensa la provvidenza
Sarà domani un mattino speciale
E saran sogni anche senza il guanciale
Vi prego non me la portate via
E’ tanto dolce… il suo nome è Lucia
2013