oggi una studentessa mi ha chiesto se credo in dio, ribadendo che chi si occupa di scienza non può credere. bella domanda. prendendomi in contropiede le ho semplicemente detto “ne riparleremo”. ma era una bugia. sai quelle domande impossibili, che certo non si possono liquidare in due minuti. c’è gente che passa un’intera vita sull’argomento. in fondo è la domanda stessa a essere priva di senso. non si dovrebbe più chiedere se uno credo in dio, ma solo un chiarimento sull’ipotesi di un viaggio in solitaria. le mete che ci prefiggiamo valgono più di ogni altra elucubrazione teosofica.