Altra estate che scivola via. E nuove canzoni nel cassetto. Ormai non sto più dietro ai dischi che potrei fare. Vedrò di organizzarmi per il nuovo anno. Intanto, questa:
Agosto 2017. Canzone nata in seguito alla tromba d’aria che ha colpito le terre del Friuli meridionale. E’ in realtà un’allegoria dedicata alle recenti tensioni geopolitiche fra Corea e Stati Uniti.
L’uragano del paludo
C’è polvere nell’aria
Gabbiani in agonia
Risponde alla risacca
Un marinaio in avaria
Bestemmia piange solo
E lo dice sconsolato
In questo pandemonio
Il mare è ancora più salato
E sta arrivando a muso duro
L’uragano del paludo
Cartelli autostradali
Che dondolano in cielo
L’inferno si è svegliato
E al fuoco non risponde il gelo
Mirella corre e grida
La strada illuminata
Ma lucciole non sono
È un’altra casa abbandonata
E sta arrivando a muso duro
L’uragano del paludo
E il Giorgio non si piega
Nemmeno alla burrasca
Pregare non conviene
E anche il coltello nella tasca
E allora lui ci prova
Con la diplomazia
Per spegnare le nuvole
Ci vuole maestria
E arriva a muso duro
L’uragano del paludo
Son pesci gatto enormi
Soldati di ventura
Ritornerà Ezechiele
A farci ancora più paura
Risorgeranno i morti
E un nuova inquisizione
Ripulirà il pianeta
Senza l’autorizzazione
E sta arrivando a muso duro
L’uragano del paludo
Le rane del canale
A pranzo e a colazione
Le nutrie non lo sanno
Ma qualcuna ha già il magone
Combattono anche in Cina
E a smorfie di dolore
Rispondono le righe
Di Roberto il pescatore
E il vento indifferente
Perfino al can che abbaia
Si arrendono per primi
I salvagenti della baia
Poi tocca alle conchiglie
Di Ciro il capitano
Ai mitili e ai sardoni
Di Pyongyang e di Marano
E arriva a muso duro
L’uragano del paludo
E adesso tutto tace
Tempesta se n’è andata
È solo il plenilunio
E nessun altra mareggiata
Fantasmi degli abissi
Sorridono a mezzaria
E al posto delle barche
Questa landa desolata
E arriva a muso duro
L’uragano del paludo
2017