Ieri sera una felice visita al protagonista della canzone “L’uomo del fiume”. Un ometto di 90 anni, ancora in gamba e pieno di ricordi. Mi ha raccontato dello zingaro, Pedro, e delle mille volte che ha attraversato l’Adda a nuoto. Ha perfino salvato tre persone dall’impeto dei mulinelli e soccorso una nipotina alla quale un cane aveva letteralmente mangiato il naso. Vive in una bellissima casa di fine Ottocento, con un magnifico panorama sul Resegone e il fiume sottostante. Alla fine non sapeva più come ringraziarmi; ma sono io che gli devo qualcosa per l’incredibile bagaglio di storie di cui ora potrò farmi portavoce. C’è tanto di quel materiale da poter farne un disco (o un romanzo). Prima di congedarmi mi ha donato un po’ di frutta e verdura del suo orto e due bottiglie di vino pregiato. Rientro a casa piacevolmente inebriato, pronto a buttarmi sull’ultimo Gospodinov.