Dopo tanti anni da studente e poco più di un anno da prof ho capito una cosa. Nelle scuole manca la musica. Non necessariamente quella legata a note, pentagrammi e melodie. Intendo l’attitudine del docente a forgiare giovani in grado di pensare con la propria testa. Le nozioni didattiche sono importantissime, ma del tutto inutili se non supportate dal libero pensiero. Prima della propria disciplina si dovrebbe quindi trasmettere la capacità di pensare criticamente e autocriticamente. Senza questo traguardo non si creano professionisti, ma robot. Perfetti per costruire una funivia, ma del tutto impreparati a gestire ciò di cui l’uomo ha più bisogno: la capacità di guardare oltre il proprio orticello. Certo, un aiuto può giungere dalla musica, quella vera. Ecco perché voterei per l’introduzione obbligatoria di due ore alla settimana di musica in tutti gli istituti, fino alla quinta superiore. Di fatto gli uomini vanno in galera, a pesca o alla guerra cantando. E qualunque sia la nostra opinione facciamo la rivoluzione con una canzone. Varrà tutto questo meno della sintesi proteica o del Decameron?