ho inseguito la rivoluzione di ottobre come un bambino di due anni alla prese con un bellissimo coltello da indiano d’america che non lascerebbe scampo neanche a john wayne. e così non c’ho messo molto tempo a ritrovare me stesso fra i nigeriani e gli altri della costa d’avorio, in mezzo a tentativi straordinari di mettere in musica favole e altri massimi sistemi. la gente non deve scendere in piazza e nemmeno crogiolarsi al sole autocompiacendosi di un avvenire unico, deve agire in prima persona, muovere il culo si direbbe in gergo da bar, solo così può permettersi il lusso di provare a dissimulare una guerra imminente