un giorno mi recai in redazione a libero per dirgli che avevo bisogno di lavorare. avevo scritto moltissimo prima e mi sembrava lecito. mi trovai di fronte il vicedirettore che mi disse “non puoi presentarti qui come un terrorista”. tempo recente. all’hub stringo la mano ai tipi della croce rossa che mi sussurrano, “ah, sei tu il sovversivo!”. poi qualche ora fa, ipotizzando di cantare qualcosa a scuola salta fuori come un missile “perché non bandiera rossa”? dunque mi stuzzica questa idea, l’idea che possano farsi di me relativamente al mio schieramento politico. la verità è che non sono mai stato schierato da nessuna parte. non ho praticamente mai votato, e credo che continuerò ad astenermi finché non ci sarà qualcuno che sarà in grado di parafrasare correttamente le mie idee. perché di idee politiche, a onor del vero, ne avrei parecchie. ma non le sento pronunciare mai da nessuno. magari non esistono. «faccio politica cantando le paure che abbiamo tutti», diceva leonard cohen. forse anche per me è lo stesso.