Nella curt di Scepalot ci passavo sempre da bambino per andare a casa. Ci sono passato miliardi di volte con mio nonno, respirando il profumo caratteristico dei pioppi che poco più avanti crescevano rigogliosi. Qui abitava il Luigi, mitico personaggio alle dipendenze di villa Corneliani. Per poco non lo facevano fuori durante la Seconda guerra mondiale; fine toccata invece a Mario Perego, commemorato da una targa di fronte alla Star (e anche da una mia canzone!). I suoi racconti m’ipnotizzavano. Un giorno mi disse che, durante la ritirata di Russia, avevano così fame che erano stati costretti ad ammazzare un asino scheletrico, pieno di malattie. Per lui ho scritto Luigi, a lui mi sono appellato per Caporetto. C’erano anche i suoi parenti ad assistere al concerto, uno dei migliori che abbia mai fatto con i Radio Corneliani. E’ stato bello, peraltro, rivedere Gianni, di ritorno dall’America, e ospitare sul palco Steve Rudivelli, Miko Cantù e Antonio di Rocco. Alla fine mi viene incontro una ragazza con un vestito a fiori, conosciuta qualche tempo prima in un pub di Monza. La vede la Sofi e sgrana gli occhi preoccupata.