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13 gennaio 2017

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Dente d’Argento e Culo di Gomma

Dente d’Argento si rifocillava
Su quella poltrona spruzzata di sale
Dente d’Argento si mobilitava
Guardandosi intorno per un po’ di sole
E Culo di Gomma comprava ciliegie
All’emporio del mare di mastro Michele
E Culo di Gomma vendeva ciliegie
Ma senza dar retta alle nostre parole

Parteciparono al Gioco dei Mille
Per conquistare la mela proibita
Per guadagnare una fetta di cielo
Dal primo Caronte vestito di seta

Si travestirono da vecchi frati
Con gli abiti neri, con gli abiti neri
Si travestirono da vecchi frati
Davanti alla chiesa sembravano veri
Si ritrovarono all’ultima mano
Felici di vincere senza fatica
Quando però la partita ebbe fine
Fortuna non volle più essergli amica

Giuro che non mi farò più vedere
Da quelle parti con l’abito nero
Per una volta mi assenterò prima
Che arrivi qualcuno davvero sincero

Per un momento che pare una vita
La notte arrivò con le mani gelate
Lacrime amare condiron la sorte
Di quegli imbroglioni vestiti da frate
Dente d’Argento e l’amico di Gomma
Riposano in pace all’emporio del mare
Se nella vita giocate d’azzardo
Tenete presente non basta rubare

Parteciparono al Gioco dei Mille
Per conquistare la mela proibita
Per guadagnare una fetta di cielo
Dal primo Caronte vestito di seta

1995


6 gennaio 2017

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Per amore dell’amore

C’è chi racconta che
Nel nostro mondo c’è
Chi per nascondersi fa finta di sorridere

Nel mio maglione blu
Vorrei contar di più
Fra chi confuso cerca un modo per non piangere

Chi non ha più consiglieri vende a tutti i suoi pensieri
Addormentati in qualche bar
Chi non può dirsi contento tenta di rubare al vento
Un po’ di cielo e di libertà

Avremo dieci figli, quattro mogli e due conigli
Un pappagallo e un falò
E per amore dell’amore anche l’inverno più crudele
A un certo punto riscatterò

C’è chi per onestà
Sta un po’ di qua e di là
Indifferente corre come un cane stupido

Qualcuno gli dirà
Di questa società
Non puoi servirti solo quando ti fa comodo

Da chi andremo per provare a raccontare cos’è il mare
E chi per questo si ubriacherà
Da chi andremo per vedere ancora un figlio disertare
Se nessuno ci ascolterà

Avremo dieci figli, quattro mogli e due conigli
Un pappagallo e un falò
E per amore dell’amore anche l’inverno più crudele
A un certo punto riscatterò

Ci sarà pur sempre un vecchio che si guarderà allo specchio
E forse allora ci basterà
Ci sarà da qualche parte un dio deciso a prender parte
A questa voglia di infedeltà

Avremo dieci figli, quattro mogli e due conigli
Un pappagallo e un falò
E per amore dell’amore anche l’inverno più crudele
A un certo punto riscatterò

1994


6 gennaio 2017

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Una piccola storia d’amore

Ti chiamano Maddi, ti chiamano Pia
Da giorni ti inseguo, sarà una poesia
Vederti passare e sorridere ancora
Sarò in biblioteca fino a tarda ora

Il nano mi dice stai per arrivare
Potessi un bel giorno portarti all’altare
Va beh, non adesso ce n’è da far male
Il prossimo esame è davvero bestiale

Una piccola storia d’amore
Fatta di inganni e parole
Una piccola storia d’amore con te

L’estate che bussa, l’estate che va
Son tanti i motivi per dirti che già
Non potrei più farcela senza di te
Permetti o’ regina, sarò io il tuo re

La gente che mormora è puro folclore
Lasciamola dire, ma quale timore
Son quasi mature le spighe del grano
La prego mia cara mi porga la mano

Una piccola storia d’amore
Fatta di inganni e parole
Una piccola storia d’amore con te

La Cecoslovacchia, l’Armenia, l’Iran
Il Peloponneso, l’Azerbaigian
Son questi i paesi che fanno per noi
Puoi chiederlo in giro a chiunque se vuoi

Ti chiamano Maddi, ti chiamano idea
Da mesi ti inseguo, sei tu la mia dea
Vederti pensare e discutere ancora
Son qui al tuo cospetto, mia dolce signora

Una piccola storia d’amore
Fatta di inganni e parole
Una piccola storia d’amore con te

1993


6 gennaio 2017

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La nuova contea

Pioveva il primo giorno di marzo
Da quelle nuvole di naftalina
Non so le birre che bevvi e bevvi
Non so la gente che maledissi
Se almeno questa pioggia la smettesse
Sul mio cappotto di gommapiuma
Allora lavoravo per davvero
Con un padrone figlio di puttana

Un vecchio senza tanti complimenti
Ce ne occupammo una mattina
Lo andammo a prendere nel suo bar
E arrivederci amore mio
Non so se lo sognammo o veramente
Accadde come un altro sortilegio
So solo che alla fine ce ne andammo
E fummo ancora senza un soldo in tasca

Dai prestami dieci sterline
E ti pagherò da bere
Dai prestami dieci sterline
E ti pagherò da bere

Protetto nel mio bugigattolo
Sono ubriachi e qualche buona donna
Mille bottiglie vuote e cicche spente
E prego Cristo di meritarne ancora
Mio padre figlio di un repubblicano
La mamma non l’ho mai conosciuta
E c’è chi dice avessi anche un fratello
Probabilmente è morto chissà dove

Pioveva il primo giorno di marzo
Da quelle nuvole di cherosene
Non so le birre che bevvi e bevvi
Non so la gente che maledissi
Ma stattene al di là della strada
Perché tu non potrai mai capire
Ma stattene al di là della strada
Perché tu non potrai mai capire

Dai prestami dieci sterline
E ti pagherò da bere
Dai prestarmi dieci sterline
E ti pagherò da bere

1993


6 gennaio 2017

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Bohemien

Il quadro di Goya dimostra che già
La storia è passata e paura non fa
Un misero fiore, due cuori, un foulard
Di seta vermiglio, sapore di giglio
Le note di un flauto di pan

Passato, futuro, presente finché
Non ci sarà più neanche un sorso di tè
Son uomini e donne già pieni di sé
S’inventano scuse, propongono muse
Non sempre capendo il perché

Da Abramo a Giacobbe, da Sara a Mosè
La Bibbia descrive il baccano che c’è
Per queste contrade, mercati e caffè
Ci credo l’ho vista, non era una svista
Evviva gli Champs-Elysees

Alice in amore è convinta verrà
Per tutti il momento della verità
Problemi vorrei non avercene ma
Mi tiran le orecchie, son giovani e vecchie
Ma sì che si laureerà

Mio caro Michele non dirmelo più
Più grande è soltanto il migliore che fu
Capace di fare e non dire anche tu
Dovresti provare e lasciarti un po’ andare
Son crisi della gioventù

Voialtri signori che dite di me
Metà vagabondo, metà bohemien
Potreste star zitti finanche, giacché
Ne avrete di noie, non son sempre gioie
Lasciatemi in pace e alé

Il quadro di Goya dimostra che già
La storia è passata e paura non fa
Un misero fiore, due cuori, un foulard
Di seta vermiglio, sapore di giglio
Le note di un flauto di pan

1993


26 dicembre 2016

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Profumo di rosa

Camminavo lungo quella strada
Fra deserti e gente con la spada
E la mia mente fresca di pensieri
Fra il paradiso e i suoi misteri

Quadri vuoti di memoria e salti
Giravolte sopra i continenti
E il fruscio di quel vento lontano
Quattro amici con la birra in mano

Mi son fermato a parlare con loro
Nei loro sguardi un mondo strano
Ma una ragazza dal sorriso dolce
Corre a me fra le stelle e il grano

E quel profumo di rosa
Non ne val la pena
E quel profumo di rosa

Dont’ worry, the sky is open
The long road is my way
The child in your soul
Take your spirit and back home

Per fortuna una mi ha capito
L’ho abbracciata ormai rinvigorito
E arrivederci a tutti i puritani
Noi con le ali per paesi mondani

Reietti dalla società
Per non comprendere com’è che si fa
Eppure è questo il grande amore
Comprende gli alberi, la luna e il colore

Chiamalo pure sentimento
Bruciare per non vivere a stento
E poi bleffare le ore del tempo
Strascichi di firmamento

E quel profumo di rosa
Non ne val la pena
E quel profumo di rosa

Dont’ worry, the sky is open
The long road is my way
The child in your soul
Take your spirit and back home

1992


26 dicembre 2016

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L’apocalisse

E’ già finita
La penitenza
Ci vuole aria
Ci vuole prepotenza
E tu mi dici se posso far così
E io ti dico ma certamente sì
Ci vuole spazio
Ci vuole onnipotenza
Il privilegio del vizio
E l’eleganza
Ci sono esami che non finiscono mai

Si chiama rischio, perseveranza
La scuola passa e forse anche il morbillo
Puoi anche dirlo
Sono due corpi
Che vivono un istante
Ma lungo tanto quanto l’universo
Ma lungo tanto quanto questo verso

E’ già finita
L’apocalisse
Fotografare in cielo il tempo di un’eclisse
Il muro parla
Ne ha viste così tante
E ha visto tutto questo
Che sembra molto più onesto di quello che sembrava

L’amore bussa
Imprescindibile
L’amore incassa
Ma non le affinità elettive
Ma non le affinità elettive

Come io e te

Come questo inverno
Che dice parole
Che dice silenzi
Amanuensi dell’aristocrazia
E’ la fantasia di un giorno qualunque
Probabilmente non serve andare al dunque
E’ già fin troppo la metafisica

E’ già finita
La tua abbondanza
Ma non è vero niente dicesi indulgenza
Ci sono stato insieme a te
Ed è bastato insieme a te
Anche se per poco
Anche se per niente
Il corridoio e tutta quella gente

E immaginare un presente così
Immaginarti vestita così
E allora punto a capo
Maledizione

Come questo inverno
Che dice parole
Che dice silenzi
Amanuensi dell’aristocrazia
E’ la fantasia di un giorno qualunque
Probabilmente non serve andare al dunque
E’ già fin troppo la metafisica

2016


26 dicembre 2016

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Annabelle

Settembre non mi passa più
Settembre e un’altra volta tu
Ottobre ha gli occhi di un brivido
Ottobre al primo semaforo

Novembre è presto ma arriverà
La brina il suolo trasformerà
Dicembre a dirlo che freddo fa
Dicembre e un fuoco non basterà

Annabelle che cosa puoi fare me
Annabelle

Gennaio è inutile correre
Gennaio è un mese da infrangere
Febbraio corto più di così
Chi se ne infischia se è lunedì

Con marzo il vento che si alzerà
Qualcosa ancora suggerirà
Per marzo sarà difficile
Distinguere l’accettabile

Annabelle racconta qualcosa di te
Annabelle

Se aprile il tempo migliorerà
Potremo dirci quasi a metà
Di quella strada fra gli alberi
Le luci accese degli autogrill

Poi maggio un fiore si spoglierà
E chissà quale destino avrà
Baciarti senza discutere
Mostrarti il volto più fragile

Annabelle attenta a fidarti di me
Annabelle

Con giugno meglio non dir di più
Se poi la luna cadesse giù
Piuttosto sceglila qui con me
Puoi star tranquilla, che male c’è

Che tanto luglio non lo dirà
Con tutto quello che capiterà
Perfino agosto si assenterà
La mietitura che ci sarà

Annabelle che cosa puoi darmi di te
Annabelle

2016


18 dicembre 2016

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La bellezza

La bellezza è una donna che invecchia
Con le occhiaie e la pelle così
E lo sguardo che punta lontano
Ma non vede niente

La bellezza è una donna cresciuta
Com’è bello aspettare neve
E un sorriso che troppe risposte
Non potrà mai dare

La bellezza è una faccia col rimmel che cola
Con troppo mascara, con cipria alla gola
L’addio, un arrivederci
Un’altra parentesi

La bellezza è la musica appena
Accennata da una fisarmonica
E’ la vita che sembra passare
E, in effetti, la vedi che va

La bellezza è il trascorrere incerto
Di un presente vissuto a distanza
E’ un motivo per essere fieri di quello
Che non sarà mai

La bellezza è capirsi comunque
Anche quando è difficile un bacio
E le storie non sono le stesse
Di un sogno avverato

La bellezza è proteggere chi
Non ha più tutto quello che ha
E’ fornire a chiunque un barlume
Di accondiscendenza

La bellezza è rubare alle stelle
Molto più di qualunque altro fare
Loro sì che ci sono e varrebbe la pena
Assecondare

La bellezza è il contrario di tutto
Tutto quello che abbiamo supposto
Ripartire daccapo e far finta che nulla
Sia accaduto

La bellezza è la periferia
Dove regna il silenzio più mesto
E perfino le rondini spesso
Evitano di passare

La bellezza è la casa di un posto
Incredibile da raccontare
Con il nome più astruso impossibile
Da decifrare

La bellezza è il soffiare del vento
Io l’ho vista una foglia cadere
E’ tutto quello che c’è
Ma non si può vedere

2016


18 dicembre 2016

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L’unghia del mignolo

Anch’io la voglio
L’unghia del mignolo
Lunga come un’autostrada
Lunga come un coccodrillo
Anch’io la voglio
L’unghia bella presenza
L’alluce ne ha abbastanza
L’unghia del mignolo

Ah già
Ma che me lo dici affare
Se arriva il temporale
Non starti a preoccupare
Eh sì che ci so fare
Poi con le donne soprattutto
Non me la sto a tirare
Io ho l’unghia del mignolo

Artemio dice che son scemo perché
Me la faccio crescere così com’è
Ma Artemio non conosce il mondo di città
E’ un uomo privo di qualunque qualità

Anch’io la voglio
L’unghia dell’emancipazione
L’unghia del meridionale
L’unghia del si fa così
Anch’io la voglio
Così mi posso grattare
Un po’ da tutte le parti
Un po’ per tutte le cose

E se hai bisogno di un cacciavite
E se hai bisogno di un punteruolo
E se hai bisogno di un carro armato
Io, eccomi qua
E se hai bisogno di una lampadina
E se hai bisogno di tergiversare
E quella mandala a quel paese
E’ così che si fa

Artemio dice che son scemo perché
Me la faccio crescere così com’è
Ma Artemio non conosce il mondo di città
E’ un uomo privo di qualunque qualità

2016