Questa è la canzone di Pier Megù
Al posto della spada un ramo di bambù
Un tipo di campagna
Suonava la zampogna
E un sogno grande quanto la sua gioventù
I prati della guerra da Kiev a Corfù
Nemmeno gli angeli ne sanno di virtù
Parole per l’estate
Parole immacolate
Ma cosa conta più di un grande cielo blu
La donna dei suoi sogni incontrò un bel dì
Gli disse bada Pier attento a quello lì
Io sono solo un uomo
Che cosa faccio sparo
Se non so neanche far di conto e l’abc
Questa è la canzone di Pier Megù
Al posto della spada un ramo di bambù
Un tipo di campagna
Suonava la zampogna
E un sogno grande quanto la sua gioventù
Ma è ben più prepotente un uomo di città
Fra lupi e carri armati non esiterà
Chiamatelo soldato
Un tempo ha già ammazzato
Lui prende la pistola e uccide quello là
E a Pier Megù non resta che raccogliere
La neve che è caduta e mille chiacchiere
Un tempo fu un soldato
Ma poi finì ammazzato
Che cosa conta più di un grande cielo blu
Questa è la canzone di Pier Megù
Al posto della spada un ramo di bambù
Un tipo di campagna
Suonava la zampogna
E un sogno grande quanto la sua gioventù
1993
Shqipe where are you tonight
Where will shine your eyes
And I’m bored without you
And I’m so sad without you
And I’m so far without you
Shiqpe where are you tonight
Around me is black and white
And I’m angry without you
And I’m so tired without you
And I’m so stupid without you
Shiqpe where are you tonight
I don’t care sometimes
And I’m crazy without you
And I’m so weeping without you
And I’m so lazy without you
2017
E non è passato tanto tempo da quella volta che
Prendendomi la mano mi dicesti ricordati di me
E da quella volta che abbracciandomi ti ricordai
Mi piacerebbe ma non posso e anche tu lo sai
E quel Mediterraneo nei tuoi occhi è un altro ancora tu
Nel quale naufragare piano e poi sempre di più
Fino a toccarne l’anima dall’altra estremità
E poi far finta che nessuno mai ci scoprirà
E sei già qui
Con un motivo per non essere già qui
E con quel sorriso che già so mi ingannerà
E più ci penso e più accorgo che non lo so il perché
In quel tuo modo strano di apparire ci trovo un non so che
Di meravigliosamente amabile al punto che non saprò
Davvero più come comportarmi quando ti rivedrò
E se ti rivedrò
E ne avrò paura un po’
Proverò a non cercarti più
O farò finta che non sei tu
E sei già qui
Con un motivo per non essere già qui
E con quel sorriso che già so mi ingannerà
1998
Lei la prima donna
Cuore di panna
Stretta alla gonna
Lui grande imbecille
Sguardo ribelle
Figlio di Achille
Lei spina di rosa
Femmina accesa
Capo di accusa
Lui diseducante
Becero e ardente
Baffo intrigante
Lei donna bambina
Taglio di luna
Grande sottana
Lui rigidamente
Timidamente
Febbricitante
Lei senza pudore
Si lascia andare
Lei, lei, lui, lui là…
1995
Troppe notti al ritmo della strada
Pur di vivere una nuova sfida
Rincorrendo un sogno o una sposa
Con un po’ di rabbia o qualche scusa
Troppe notti intorno ai nostri cuori
Capita anche a lui che s’innamori
Sorridendo a un altro appuntamento
Con le labbra ad ammaliare il vento
Che in un’altra storia soffierà
Per un’altra estate che sarà
Per un altro mondo
Per sapere che in fondo
E’ solo qui che si può dire la libertà
Troppe notti in cambio di qualcosa
Di canzoni e miti ce n’è a iosa
Pretendendo il massimo rispetto
L’amicizia e al limite un progetto
Troppe notti in cerchio per cantare
Brucia il fuoco, eterno è il suo calore
Trasformiamo in oro le parole
E chissà dove va a dormire il sole
Che in un’altra storia brillerà
Per un’altra estate che sarà
Per un altro mondo
Per sapere che in fondo
E’ solo qui che si può dire la libertà
1995
Nato in provincia di niente
Figlio di qualche pastore
Da prendere a sputi e schiaffi e pezze al culo
La sera di primavera
Volavano gli aquiloni
Brillavano le bandiere dell’anarchia
Le strade insanguinate
Per la lotta fra il bene e il male
Le porte del domani già spalancate
La cella troppo stretta
Per qualunque superlativo
Ma fuori la folla composta a pregare
…
Il sole già tramontava
E gli sbirri giocavano a dadi
E Franco che ci provava a respirare
Le stelle di Orione e del Cigno
E l’inutile melodramma
Qualcuno aveva già deciso per lui
E arrivarono le corone
E poi i fiori di primavera
Ciao Franco! Gridavano il nome dall’alto
Per diventare marinaio
E conquistare il mondo
Non si può realizzare così
…
Per un figlio di qualche pastore
Oppure figlio di nessuno
E chi l’avrebbe scritto sul muro eroe
In giudizio l’assassino
Con quell’arma contundente
Contro il sovversivo rinato
Per strade di periferia
E verdi pascoli di frontiera
Tentativi di fuga maldestri alla malora
La sera di primavera
Volavano gli aquiloni
Brillavano le bandiere dell’anarchia
1994
L’altro giorno un poliziotto
Mi ha bloccato in una via
Hanno scoppiato un mortaretto
Sulla strada che porta a Pavia
Sconosciuta la natura del gesto
Tantomeno i nostri numeri al lotto
Per fuggire era troppo presto
La spia dell’olio e un accendino rotto
E adesso mi fornisca la patente
O perlomeno qualche spiegazione
Stava diventando impaziente
Quando un figlio dell’incomprensione
Mi chiese cosa stessi raccontando
E di esibire le mie credenziali
Il piedipiatti stava gongolando
Reati anticostituzionali
Se il Paese è nelle nostre mani
Se il Paese è nel nostro cuore
I nostri sogni saranno vani
Se non sapremo da che parte andare
E il caposaldo dell’incomprensione
Finì per biasimare il sottoscritto
Mi disse non è questa l’intenzione
Nuvole sfilacciate e odor di fritto
Ma all’improvviso contro l’ispettore
Un pugno e a cosa servono i ricordi
Poi saltò in macchina il cospiratore
Sai bene sono questi i nostri accordi
E proprio così andarono le cose
C’è un poliziotto da ricoverare
E due fuggiaschi insieme a dispettose
Parentesi da non assecondare
Un giorno o l’altro per la bella Italia
Non sarà solo per un mortaretto
Ma sarà molto più di un can che abbaia
O di una nuova manche a rubamazzetto
Se il Paese è nelle nostre mani
Se il Paese è nel nostro cuore
I nostri sogni saranno vani
Se non sapremo da che parte andare
1994
Amici miei stasera cosa fare
Discutere o rileggere il giornale
Discutere di calcio o di lavoro
O di ragazze senza più decoro
Amici miei stasera cosa dire
Rimpiangere i cartoni giapponesi
Rivolgere alle stelle i bei pensieri
E non pensare troppo al lunedì
Amici miei stasera è un giorno strano
La primavera è un sogno già lontano
Teresa che gironzola per casa
C’è la tv, chi l’ha lasciata accesa
Amici miei stasera è un pomeriggio
Che l’altro ieri non sembrava vero
Le mogli che cucinano l’arrosto
E c’è il prevosto, per carità!
Amici miei stasera è solo voi
Che mancate al tavolo stasera
Che mancate al mio sorso di grappa
E senza grappa, non si può più andar
Amici miei stasera cosa fare
Discutere o rileggere il giornale
Discutere politica e opinioni
Senza problemi, senza virtù
2017
Diciott’anni sembrano pochi ma non sembrano già più
Poco meno di un minuto ed è già sera
Quando in una foto scopri di non essere più tu
Tanto vale farsi in quattro e far carriera
So che non si arrenderanno i trenta della quinta C
Si saranno già fatti un po’ di strada
So che non si offenderanno al punto di rispondere qui
Non c’è neanche l’ombra di una guida
Ma nessuno mai li convincerà
Che adesso è molto più di prima
Sai che cosa resta di quel tempo vecchio mio
Sai che cosa non mi scorderò
L’amicizia che ci univa, l’innocenza che
Ci faceva gridare al mondo, anch’io ce la farò
Professor Negrini quasi non ti riconosco più
Sono ormai finiti i tempi della scuola
Sulla cattedra risalta ancora il tuo registro blu
Non ha un alibi per prendere la parola
So che si accompagneranno a nuove musiche e chissà
Chissà quante storie da cantare
So che si imbastardiranno, troppe le comodità
Ed è certo che sarà come sognare
Ma nessuno mai li convincerà
Che adesso è molto più di prima
Sai che cosa resta di quel tempo vecchio mio
Sai che cosa non mi scorderò
L’amicizia che ci univa, l’innocenza che
Ci faceva gridare al mondo, anch’io ce la farò
1995
E lei mi dice così
Mi chiede perché
Si dona così com’è
E io vissuto di mezza età
Lo so
Di ridere non mi va
E lei mi aspetta di là
Non dice di no
Mi trova simpatico
E io sicuro di me
Ci provo perché
Sono anche romantico
E’ amore e non è nostalgia
E’ amore e non è malattia
E amarti è tutto quel che ho
E di amarti non mi stancherò
E lei si atteggia così
Risponde però
Non devi confondermi
E io perduto di me
Contento di che
Ci provo a difendermi
E lei mi dice va beh
Proviamoci e poi
Potremmo discuterne
E io se dice così
Le dico ma sì
Proviamo a disfarcene
E’ amore e non è nostalgia
E’ amore e non è malattia
E amarti è tutto quel che ho
E di amarti non mi stancherò
E lei, ma quali miracoli
Viviamo di stimoli
Che c’entrano gli angeli
E io daccapo però
Non ci ritornerò
Traguardi impossibili
E lei se fosse così
Più accorta però
Potrebbe anche illudermi
E io distratto da lei
Non riuscirei mai
Poi a soccorrermi
E’ amore e non è nostalgia
E’ amore e non è malattia
E amarti è più di quel che ho
E di amarti non mi stancherò
E’ amore e non è gelosia
E’amore senza ipocrisia
E amarti è tutto quel che c’è
E di amarti un’altra volta te
2017