E c’è che c’è c’è stata una rapina al Tuttok
Tranquilla la mia mamma si faceva i fatti suoi
Ma il tizio alquanto solitario in quel giubbotto blu
Non si vedeva più
Ben ancorato a quella nuvoletta di caffè
È li che se ne stava trafugando un Estathè
Quand’ecco dall’ingresso entrare a gran velocità
Un uomo di mezza età
Il primo lo raggiunse quasi subito e così
Quell’altro al suo segnale con un cenno disse sì
E tirando fuori la pistola se ne rallegrò
Ma la cassiera no
Anzi gli disse non mi uccida per piacere per pietà
Si prenda pure i soldi ma se ne vada via di qua
Mentre la gente ammutoliva tristemente in un chissà
Di noi chi si salverà
E tutto come programmato i ladri al Tuttok
Si fecero bottino degli incassi più che mai
E attesero che il sacco si riempisse un po’ di più
Ma solo, solo un po’ di più
E per le strade indaffarate chi si dileguò
Non erano gli sbirri o manco a dirlo che ne so
Qualcuno che volesse andare a caccia di chissà
Che luna o che formalità
Poi tutt’intorno a quell’inferno il cielo si oscurò
Sorretto da una sera zoppicante ancora un po’
Qualcuno dei presenti svenne per necessità
Degli altri per comodità
E c’è che c’è c’è stata una rapina al Tuttok
Tranquilla la mia mamma si faceva i fatti suoi
Ma il tizio alquanto solitario in quel giubbotto blu
Non si rivedrà mai più
1998
Pietro
Pensa senza pensare
Parla senza volere
Ride e scherza con chi capisce
Pietro
Nella sua noncuranza
Nell’estate che avanza e muore
E fa sognare
Pietro
Padre senza famiglia
Figlio di una bottiglia
Ladro senza rubare niente
Vola
Per le vie di Caserta
Con la faccia coperta
Da una sola ruga
Non morire no
Pietro non morire proprio adesso
Non morire che morire non si può
Pietro
Fuma senza sapere
Che fumare fa male
Che Malafemmina sa cantare
Meglio
Di Luciano Tajoli
Di chiunque ci provi
Perché è lui il migliore
Non morire no
Pietro non morire proprio adesso
Non morire che morire non si può
2001
Pippo cosa fa tutto il giorno
Com’è che si costruisce un avvenire
Lì tutto il santo giorno ad impazzire
Compreso il sabato e la domenica
Pippo
Pippo cosa inventa e com’è che fa
Fa a convivere con la malinconia
Se suona il pianoforte
Nessuno che l’ascolta
E arrivederci primavera
Pippo
Pippo come no, la donna sì ce l’ha
Si chiama così, si chiama cosà
Ma lui la chiama vento
E solo qualche volta nostalgia, bella mia
Pippo
Pippo e il suo profumo
La sua carneficina
La vita che cammina
La vita che si ostina
E il tempo come un amante
Come una nevicata di novembre
Pippo
Pippo un saltimbanco
Qualunque cosa sia
La mamma andata via
Partita per l’America
Con una borsa piena di gioielli
Belli, belli
Pippo spera
E quante cose sa, che c’è la notte intera
Che non lo tradirà
E Pippo cosa sogna, che sogni mai farà
È già passato un anno
È già passata un’eternità
È già passato un anno
È già passata un’eternità
Pippo dove va, con chi sta
Quante cose che lui vorrebbe imparare
Una parabola esistenziale
E le onde del mare
Pippo
Non si stupisce
Che cosa dice
Non si capisce
È anche un po’ dislessico
Pazienza il lessico
E le galline pronte da sgozzare
Il temporale
Che non fa male
Che non fa niente
È semmai la gente
Che si fa condizionare
Dalla paura e dall’ipocrisia
Ma non è Pippo
Il più cretino
Il più imbecille
Il più bambino
Il più sfrontato di questa scuola
Elementare, da cancellare
Pippo spera
E quante cose sa, che c’è la notte intera
Che non lo tradirà
E Pippo cosa sogna, che sogni mai farà
È già passato un anno
È già passata un’eternità
È già passato un anno
È già passata un’eternità
2011
Io sono un ragno, non sono un belvedere
Passo il mio tempo a fabbricare tele
Comunemente chiamate ragnatele
Io sono un ragno, discreto opportunista
La mia compagna mi mangia per far festa
E arrivederci alla prossima foresta
Io sono un ragno col cefalotorace
L’opistosoma, mascelle articolate
Io sono un ragno, potente è il mio veleno
Starmi alla larga conviene per davvero
Io sono un ragno, non sono un qualunquista
Se fuori piove mi dedico alla danza
Un quattro quarti per me è come vacanza
Io sono un ragno, l’aracnide più vero
Con otto zampe galoppo fino al cielo
Poi dalle nuvole a terra arrivo in volo
Io sono un ragno col coxa e il trocantere
Il calamistro e un bellissimo sedere
Io sono un ragno, il pericolo che incombe
Starmi lontano, salvezza corrisponde
Io sono un ragno, non sono un troglodita
Fra muri e boschi conduco la mia vita
Benché, di fatto, non l’abbia mai capita
Io sono un ragno, la feccia del quartiere
Non ho rivali chiunque è in mio potere
E se piango è solo per farmi ricordare
Io sono un ragno, cheliceri e antenne
Polmoni a libro, dal fascino perenne
Io sono un ragno, crudele è il mio destino
Stammi lontano, io sono un assassino
2011
Amici per la pelle
Un’altra croce sulle spalle
Però contenti fino in fondo
E soddisfatti anche allo sbando
Bambini d’ogni sorta
Ma nemmeno un egoista
Anime di quartiere
Con qualche angelo da imboccare
E questa Inter che non funziona
Gli ci vorrebbe un po’ di fortuna
E l’Alessandra non è male
Ma flirta solo col Michele
Ragazzi di don Giulio, ragazzi di don Giulio
Eccoli i ragazzi di don Giulio, ragazzi di don Giulio
All’oratorio si sta bene
C’è chi gioca a figurine
E con la santa comunione
È quasi sempre fresco il pane
Anime del ‘70
Pierangelo Cantù del 1960
Pensieri e musiche di Battisti
Un clavicembalo per gli artisti
Abbasso, abbasso la guerra
Evviva, evviva la birra
E un giorno o l’altro andremo al mare
Mamma che bello che è nuotare
Ragazzi di don Giulio, ragazzi di don Giulio
Eccoli i ragazzi di don Giulio, ragazzi di don Giulio
1998
Luci basse per la strada
Da Fiorucci, Armani e Prada
C’è chi arriva da lontano
Quando nevica a Milano
Nei suoi occhi sbarazzini
L’innocenza dei bambini
Che si prendono per mano
Quando nevica a Milano
Quando nevica a Bologna
Non si sente la zampogna
Mentre l’accompagna il piano
Quando nevica a Milano
Quando nevica a Natale
Basta leggere il giornale
Per capire che è alquanto strano
Quando nevica a Milano
Come è bello passeggiare
E per un giorno canticchiare
Tu vo’ fa l’americano
Quando nevica a Milano
Quando nevica a Bologna
Non si sente la zampogna
Mentre l’accompagna il piano
Quando nevica a Milano
Da Lambrate a Ticinese
Fa le foto il giapponese
Com’è svelta la sua mano
Quando nevica a Milano
E non è quello il Duomo vero
Non è quello il più sincero
S’addormenta piano piano
Quando nevica a Milano
Quando nevica a Bologna
Non si sente la zampogna
Mentre l’accompagna il piano
Quando nevica a Milano
E lei dov’è, che cosa fa
Chissà perché non è più qua
Chissà fra quanto arriverà
Lo spazzaneve
Luci basse per la strada
Da Fiorucci, Armani e Prada
C’è chi arriva da lontano
Quando nevica a Milano
Nei suoi occhi sbarazzini
L’innocenza dei bambini
Che si prendono per mano
Quando nevica a Milano
Quando nevica a Bologna
Non si sente la zampogna
Mentre l’accompagna il piano
Quando nevica a Milano
2010
Prendi la biglia
Che parapiglia
Guarda che biglia
Sulle tue ciglia
Lunghe le ciglia
Non è mia figlia
Troppe le miglia
Dalla tua biglia
Sulla bottiglia
Senza fanghiglia
Bella la biglia
Che meraviglia
Dammi la biglia
Sulle tue ciglia
Che parapiglia
Sembra vaniglia
Macché vaniglia
È solo una biglia
Che si scompiglia
Che ci consiglia
Che si aggroviglia
Alla caviglia
Viva la biglia
Sulle tue ciglia
Salvatore Quasimodo
Bonifacio
Giorgio Caproni
Corrado Govoni
Mario Luzi
Michele Cascella
Lucio Fontana
Arnaldo Pomodoro
Giò Pomodoro
Ermanno Pittigliani
Luciano Minguzzi
Leonardo Spreafico
Gaetano Tanzi
Ernesto Treccani
Loris Ferrari
Giuseppe Guerreschi…
Fante di cuori
Mazzo di fiori
Mille colori
Multicolori
Giorni migliori
Notti migliori
Troppi rumori
Quanti dolori
Vecchi signori
Son disonori
Non minatori
Non muratori
2011
Amori e vino non mi bastano mai
Nemmeno le bestemmie di Luigi
Mi ci vorrebbe qualche cosa di nuovo
A dar colore ai miei capelli grigi
E al desiderio di volerla abbracciare
L’unico modo di fuggire via
Da questi tavoli passati di moda
Da questa soffocante malinconia
Che si fa forza quando arriva l’estate
E che Mariuccia quasi sempre accontenta
In un gelato fatto apposta per loro
Generazioni fresche e pronte sulla porta
E io in questo bar ci sono anch’io
Che come gli altri spero in dio
Ma non ho più voglia di scherzare
Intanto il tempo sfugge e muove la coda
Distrattamente in un televisore
Che accetto di guardare e non vedere
E che come sempre fingo di ascoltare
È che non c’è spazio per un nuovo biliardo
Ed è sempre più difficile fumare
Anche se Sara si volesse prostituire
Piuttosto che lasciarsi accarezzare
E io in questo bar ci sono anch’io
Che come gli altri spero in dio
Ma non ho più voglia di scherzare
1997
Recita la società
Con una falsa immagine
Gli uomini ridono di più
Se non si formalizzano
Prenditi quello che vuoi
Non te lo far ripetere
Sai perché quello che c’è
È un mondo indistruttibile
Ma sei tu quella lì
Con quella faccia da impero romano
E che ci fai ancora qui
Non te l’han detto che ormai non c’è più neanche un tempio pagano
Primula quanti anni fa
C’erano ancora gli alberi
Internet non fa per te
Non te la devi prendere
Capita un po’ tutti i dì
Che piova sangue e ruggine
Vittime senza un’età
Potresti non distinguerle
Ma sei tu quella lì
Con quella faccia da impero romano
E che ci fai ancora qui
Non te l’han detto che ormai non c’è più neanche un tempio pagano
Gli occhi tuoi contano di più
Se non nascondono lacrime
Parli a me console o re
Di questa terra magica
Comiche fatalità
Da tramandar nei secoli
Mali che non tornano più
Semmai si riconfermano
Ma sei tu quella lì
Con quella faccia da impero romano
E che ci fai ancora qui
Non te l’han detto che ormai non c’è più neanche un tempio pagano
2011
Come vorrei fosse già primavera
Sfidare il vento e accorgermi che
Niente è più bello di questo silenzio
Dentro di me
Con gli occhi lucidi ancora ti cerco
Là dove è certo ti troverò
Ti troverò tra le foglie di aprile
Come non so
E ti riconoscerò
Poi con me ti porterò
Dove non lo immagini
E non lo immaginerai mai, mai, mai
Quando su un prato ci andremo a sdraiare
Forse il momento propizio sarà
Per dirti quello che ti ho sempre detto
Ma solo a metà
Sul davanzale una rondine vola
Vola una rondine forse perché
Non lo sappiamo ma è già primavera
Ecco cos’è
E ti riconoscerò
Poi con me ti porterò
Dove non lo immagini
E non lo immaginerai mai, mai, mai
2003