Sale e scende la nebbia tra i viali di questa città
E corre un treno lontano da me a folle velocità
Oggi che mi riesce solo di piangere come un bambino
Perché è peggio di quanto credessi svegliarmi così
Triste come può solo accadere se tu non sei qui
Qui anche semplicemente per tendermi ancora una mano
Ora che ai miei occhi non sei più
Quel cielo grande che eri tu
Quando dicevi senza te
Non posso stare neanche se
Mi proponessero chissà
Che amore per l’eternità
E quanto altro ancora
E quanto ne sarei sicura
Il suo nome è Valentina e certe volte parla appena
Che per ogni suo sorriso pagherei una fortuna
Ma dove sei stanotte amore mio, non lo sa nemmeno Dio
Figuriamoci chi spera di riabbracciarti ancora
Ma provo a dirmi che in fondo potrei fare a meno di te
E che in fin dei conti di donne così chissà quante ce n’è
Per me che mentre ci penso la osservo una stella passare
Ora che al tuo posto ho qui con me
Un frigo vuoto e un Estathè
Che più di tanto non mi dà
Sollievo a questa siccità
Che più ci penso e più ci stai
Nel pieno dei pensieri miei
Nei miei pensieri ancora
Come ieri come allora
Il suo nome è Valentina e certe volte parla appena
Che per ogni suo sorriso pagherei una fortuna
Ma dove sei stanotte amore mio, non lo sa nemmeno Dio
Figuriamoci chi spera di riabbracciarti ancora
1999
Va bene così
E mi ridono gli occhi
Se penso a quegli occhi quando torno a casa e sto con te
E parlo con te
Di quello che eri
Di quando correvi a piedi scalzi in tutta libertà
Di quello che vorrei
Di quello che sarai
Di mamma che fa tardi e non riposa mai
Di Andrea che diverrà
Magari chi lo sa
Il primo uomo che su Marte andrà
Stessa musica, stesso correre
Stessa libertà, stesso scegliere
Stessi occhi tuoi, stesso ridere
Stessa ingenuità, stessa volontà
Stessa voglia di semplicità
Va bene così
Non chiedo di meglio
Che esser tuo figlio anche quando non son lì con te
Che parli di me
Con cuore sincero
A tratti sorpreso nell’accorgerti che il tempo va
E che il tempo dove va
Poi non ritorna più
Se non per nostalgie, ricordi, e oceani blu
Se non per quello che
Tra un po’ ritroverai
In quei nipoti in cui ti specchierai
Stessa musica, stesso correre
Stessa libertà, stesso scegliere
Stessi occhi tuoi, stesso ridere
Stessa ingenuità, stessa volontà
Stessa voglia di semplicità
2000
Ungaretti denti stretti
Cicciolina domattina
Marlon Brando canticchiando
Donadoni mi perdoni
Jovanotti panzarotti
Che Guevara la fanfara
Sara Stucchi occhio ai crucchi
Zia Teresa quanto pesa
Anna Falchi borotalchi
Zio Daniele l’infedele
Aldo Nove quando piove
Ivan Gotti mille notti
Magellano da Milano
La Merini porcospini
Don Gervaso non è un caso
Filomena se la mena
Paolo Conte come un conte
Pavarotti salsicciotti
Pirandello sul più bello
Nonna Pina la cantina
Jerry Scotti gli orsacchiotti
Mastroianni stendi i panni
Romy Schneider synthesizer
Nuvolari la Ferrari
San Michele le candele
Gino Strada l’intifada
Suor Gertrude donna rude
Walter Chiari monti e mari
La Lecciso che bel viso
Mike Bongiorno notte e giorno
Kaurismaki noci e kaki
Gianantonio marcantonio
Filiberto nonno esperto
Colonnese Il giargianese
Caterina la sgualdrina
Isabella la più bella
Gianni Brera il nichilista
Mata Hari non si è vista
Pancho Villa la balilla
Mamma Rosa non si sposa
Teodolinda l’autoblinda
Fra Martino stupidino
Fabio Fazio l’aerospazio
Veronesi congolesi
Flavia Vento cuor contento
Maradona non perdona
Sancho Panza ne ha abbastanza
Martusciello cicciotello
Giamburrasca mani in tasca
Topogigio il cielo è bigio
Mangiafuoco non è un gioco
Marinetti cretinetti
Ammaniti le ammoniti
La Fallaci mille baci
2007
Mio padre è una storia normale
Ma non per questo banale
Mio padre è una storia normale
E poi
Mia madre è una donna borghese
Le piace mangiar giapponese
Mia madre è una donna borghese
E poi
Poi sai cosa significa
Poi sai come sbattiamo le ali
Tutto poi si dimentica
Frasi fatte, canzoni, ideali
Mio padre è un ragazzo educato
Ma non lo sa fare il bucato
Mio padre è un ragazzo educato
E poi
Mia madre è una donna perbene
Però non comprende le pene
Di chi non lavora per bene
E poi
Poi sai cosa significa
Poi sai come sbattiamo le ali
Tutto poi si dimentica
Frasi fatte, canzoni, ideali
Mio padre s’è fatto da solo
Fischia lui meglio di un usignolo
Mio padre s’è fatto da solo
E poi
Mia madre è una donna matura
Senza aceto non va la verdura
Mia madre è una donna matura
E poi
Poi sai cosa significa
Poi sai come sbattiamo le ali
Tutto poi si dimentica
Frasi fatte, canzoni, ideali
2009
Parigi era ricoperta di neve
E la fontana ghiacciata respirava
L’odor di piscio dei cani legati
Al guinzaglio dei ricchi signori
Marcel sapeva che quella sera
Avrebbe giocato per perdere ancora
Ma questa volta la fortuna
Sarebbe stata sua
Passate sere nel locale di Jean
Si era giocato perfino l’amante
Quello poteva essere l’ultimo sogno
Ché ormai di soldi non aveva più
Altra speranza non gli rimaneva
Che giocarsi la piccola Mary
Una zingarella raccolta per strada
Alcune lune fa
Gli sciacalli erano in quattro da Jean
Pronti a spennarlo fino all’osso
Dissero adesso tu ci devi pagare
Altrimenti ti faremo ballare
Mary splendente come il sole
Al suo fianco restava a guardare
La partita cominciò a cantare
E il locale zittì
A me basta cambiare una carta
Pensando questa è la mia ultima danza
Pile di franchi puntarono gli altri
Marcel ne puntò dieci di più
Il più fortunato dei quattro sciacalli
Vide per primo un bel poker di re
Perciò la folla tutt’intorno
Ammutolì
Pronto a scoprire lentamente le carte
Una ad una col nodo alla gola
Quattro assi a ventaglio sul banco
Tutti gli altri col naso all’insù
Qualcuno disse che aveva barato
Qualcuno disse che aveva spiato
Ma questa volta la fortuna
Sarebbe stata sua
E allora avanti una ventina di mani
A incrementare il suo malloppo
Pagare i creditori tutto d’un colpo
E guadagnarsi almeno il doppio
Mary sorrise dolcemente
Aspettando di Marcel un cenno
Quando lasciarono il locale di Jean
Il sole spuntò
1993
La sera a Milano, la luna ad oriente
Fischietto un motivo, per gioco, per niente
Le macchine in fila, le luci per la strada
Caracas, Pechino, Mombasa, dovunque vada
Cum te chiama?
Ahlan-Wa-Sahlan
De nada, de nada
Je suis D’Artagnan
Do you speak english
Zaijian, s’agapò
E quand sona i campa de la gèsa
Evenu shalom
La sera a Milano, gli amici della scuola
Il solito marciapiede e dei cani l’aiuola
Quest’altra canzone cos’è, che ritmo che ha
Se non è una rumba o una salsa, sarà un cha cha cha
Cum te chiama?
Ahlan-Wa-Sahlan
De nada, de nada
Je suis D’Artagnan
Do you speak english
Zaijian, s’agapò
E quand sona i campa de la gèsa
Evenu shalom
La notte a Milano, la luna splendente
Canticchio un motivo, del mio amico Dente
Metropolitana rossa, verde e gialla
Cuscus agli ortaggi, minestra di pollo che sballa
Cum te chiama?
Ahlan-Wa-Sahlan
De nada, de nada
Je suis D’Artagnan
Do you speak english
Zaijian, s’agapò
E quand sona i campa de la gèsa
Evenu shalom
2009
Di pensieri e parole
Come un buontempone
Alla ricerca del ghigno perduto
O di un se stesso caduto
Il primo del mese
Per le belle guance di una Rosalia
Venuta dal Sud
Compagna di merende
E tante altre elucubrazioni
Nella testa parecchi misteri
Compresi i suoi capelli neri
Più o meno tranquilli
Eppure quello
Il più assurdo
Il più anormale
Di voler andare al mare
Non per vedere il mare
Ma per sentire
Come recitano le campane della riviera
Ché possono suonare così forte
Da stordire anche un sordo
Di quella volta che la notte sembrava agonizzare
Per inseguire una chimera
La sua chimera
La preziosa chimera del sacrestano
Sacre chi?
Eppure il sacrestano è un mestiere nobile
Un mestiere che si confà
A chi sa leggere il destino delle persone
Non un azzeccagarbugli, no di certo
Ma un uomo, immensamente tale
Con la convinzione di riuscire un giorno
Ad assaporare la polvere delle stelle
Come se negli astri ci fosse realmente polvere
Ma non una polvere qualsiasi
Bensì la polvere del creato
Quella che c’era anche prima di ogni prima
E che domani ci sarà ancora
Per ovvietà e costume
Sicché i traguardi dell’economia
Non lo interessavano da farlo incanutire
Lui era una specie di artigiano
Un cabarettista fuori moda
Affascinato dalle allegorie
Ma non di certo dagli algoritmi
Spalleggiando chiunque se necessario
Pur a costo di finire
Con le chiappe abbrustolite
Fra commensali privi di ogni carisma
Assiepati intorno a un cenacolo disadorno
Il topino che regnava con lui
A sua insaputa
Recitava preghiere apocrife
Creando per la casa
Un’atmosfera perennemente natalizia
Ottocentesca, giammai vituperevole
E quando lo andavano a trovare
Lo trovavano perdutamente assopito
Un ago e un filo per rammendare
Cristalli di esistenza
Il ghiaccio delle strade
Falsificava il suo avvenire
Circoscrivendo parafrasi di sogni
Metafore e altre quisquilie
Non gli mancava, però, la fantasia
Benché avesse qualche problema con la fotosintesi
Commettendo suo malgrado l’errore
Di non adoprarsi al genio della Divina Commedia
Credendola un gioco per ragazzini
Se solo avesse saputo di Dante
Del suo vaticinare
Se lo sarebbe potuto fare amico
E poi chissà che favole sarebbero sorte dai loro incontri
Ma non a tutti purtroppo
È consentito di tracciare rette perfette
Non a tutti è dedicata la penitenza
Così, dunque, sono andate le cose
Il resto chiacchiera nel vento
Al sommo maestrale
Che ancora oggi, come ieri
Punta al mare
2011
Anche quando dormi, anche quando ridi
Anche quando tutto sembra andare a scatafascio
Anche quando pensi, anche quando piangi
Anche quando ti lamenti che vorresti un bacio
Anche per te quando non c’è
Un buon motivo per venire a letto con me
Anche per lui, anche per lei
E tutta quella gente che non chiamerai mai
Tu as des yeux magnifiques
Anche quando arrivi, anche quando parti
Anche quando sei vestita in modo provocante
Anche quando ascolti, anche quando parli
Anche quando ti comporti indifferentemente
Anche se sai quello che vuoi
Anche se ti decidessi a dirmi che poi
Donna sarai e ti spoglierai
Più di quanto immaginare adesso non puoi
Tu as des yeux magnifiques
Anche quando balli, anche quando gridi
Anche quando assaggi pane burro e marmellata
Anche quando corri, anche quando leggi
Anche quando preferisci startene isolata
Anche perché dentro di me
C’è il desiderio di restare ancora con te
E quella che sei, è quello che so
È un altro amore che diminuire non può
Tu as des yeux magnifiques
1999
Lontana dagli occhi e dal cuore lontana da me
Più in fondo di questo silenzio più in fondo di te
Ne abbiamo già discusso abbastanza che basta così
Due cuori nella stessa stanza non sono già qui
Non so quante volte mi hai ingannato
E quante altre volte lo farai
Ma so fin troppo bene che così non cambierai mai
E non eri tu
Il migliore fra tutti i pensieri miei
E non eri tu così
E non eri tu
Come un sogno che non si realizzerà
E non eri tu così
Ma adesso che il vento è più forte non so più chi sei
Mi chiedo e domando alle stelle che futuro avrai
Giustifico appena i miei passi che dirti di più
Non posso davvero è difficile pensaci tu
Come è strana la vita stasera
Non c’è un briciolo di serietà
Passo a prenderti ma poi ti prego finiamola qua
E non eri tu
Il migliore fra tutti i pensieri miei
E non eri tu così
E non eri tu
Come un sogno che non si realizzerà
E non eri tu così
2004
È la strada più confusa
È troppa gente che se ne va
Per affari o per bisogno
Di un’altra idea di libertà
Oggi è come più di ieri
Carro attrezzi, ambulanze e taxi
Spengo gli occhi e i miei pensieri
Van ben oltre i confini di fari e autogrill
Tangenziale est
Un altro modo di pensare all’amore
Tangenziale est
Qualcosa di difficile da spiegare
Tangenziale est
Qualcosa di più di un semplice andare
Sole e pioggia vento e nebbia
Da Cologno alla Gobba a Monluè
Per un sogno non c’è tempo
Perché ormai il tempo chissà cos’è
Ma è fin troppo un finestrino
Per trovarmi lontano da qui
Dove niente sembra vero
Tranne forse il frastuono del clacson di un tir
Tangenziale est
Un altro modo di pesare all’amore
Tangenziale est
Qualcosa di difficile da spiegare
Tangenziale est
Qualcosa di più di un semplice andare
2004