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10 aprile 2014

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La festa del maiale

Dalla campagna si vede arrivare
Giuan da Zin con il suo sferragliare
Mille coltelli, una spada, un bastone
Non un difetto e nemmeno un padrone

Freddo fa freddo per forza è gennaio
Sbattono i denti perfino in pollaio
Ma non c’è tempo, passato è il Natale
Oggi è un gran giorno, si ammazza il maiale

Meglio non farlo vedere ai bambini
Troppo crudele, son troppo piccini
Gelido e impavido sussurra il vento
Chi l’ha mai visto un maiale contento

Tutto è ormai pronto, sta per cominciare
Giuan da Zin si avvicina al maiale
Con il coltello più grosso che ha
Lo taglia in due senza alcuna pietà

Sangue dabbasso, daccapo, per terra
Corrono donne che sembrano in guerra
Niente si spreca del porco maiale
Né la più putrida via intestinale

Piange, grugnisce, si arrende il porcello
C’era una volta quel bel praticello
Dove c’andava per fantasticare
O per una scrofa da riconquistare

Giuan da Zin e un bicchiere di rito
Per festeggiare il lavoro finito
Saran salami, cotenne e chissà
Il cotechino che faccia farà

Per la campagna si vede sbiadire
Giuan da Zin con le sue mille lire
Con le cartucce, la fionda e il coltello
Anche se il prossimo sarà un vitello

2013


10 aprile 2014

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Due parole per un giorno

Alcune persone dicono
Che le parole non servono a niente
Il custode di quella stanza è
Un signore che parla francese
Gli domando per un soldo soltanto
Quanto tempo ha dedicato al domani
Quanto tempo ha sprecato davvero
Quante volte s’è sporcato le mani

Ma tutti comunque lo sanno
Quel custode è una brava persona
Rileggendo di Kundera quei passi
Riabbracciava la sua amata signora
Nel ’45 in guerra rampante
Sulle orme degli amici perduti
Compleanni, ormai ricordi lontani
Quanti aerei e carri armati abbattuti

Presto arriverà anche l’inverno
A dipingere sul suo volto le rughe
Incompiute dall’estate passata
Ricamate dall’età imbrunita
Ma il calore del suo cuore risponde
Alle grida di un bambino che salta
Sono ancora il più giovane dice
Non sono vecchio abbastanza

Il professore della porta vicino
Si ferma ogni tanto a parlare
Gli racconta quante volte ha provato
A bocciare un alunno cattivo
Il custode per quelle parole
Gli darebbe anche tutto il suo vino
Per fortuna due parole soltanto
L’hanno reso per un giorno bambino

1993


10 aprile 2014

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Il fuoco della vanità

Gli occhi che guardano oltre le stelle
Son fiori che nascono e poi
Raccontano il nostro colore
Dipinto dal sole più rosso che mai
Qualcuno che chiede rispetto
Si trova costretto a capire oramai
E a contare le corna subite
Le storie passate in un mare di guai

Saprò raccontarti mio giovane amico
Qualcosa che tu non dirai
All’uomo vestito di nero
Sorpreso dal cielo che rinnegherai
Il piatto di un disco segnato dal ritmo
Di un dolce e stonato tictac
Ricorda i tuoi occhi velati di rabbia
Per l’esile uomo in frac

Il tuo guardia boschi non trova gli accordi
Suonati in quell’ultimo jazz
Non trova gli accordi mancanti
Suonati una volta in quel piano bar
Se poi lui ti inventa un’altra scemenza
Io sono sicuro cadrà
Coperto di infamia con poco di lode
Sul fuoco della vanità

1994


10 aprile 2014

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La nostra generazione

Ho chiuso i conti col passato
Mi sono scelto un altro amico
Mi sono domandato come sorge il sole
E come fa a brillare

Frequento un’altra religione
Che non si può pubblicizzare
Mi sono domandato come gira il mondo
E chi lo fa girare

Non è quel che sembra una canzone
Non è quel che sembra una canzone
Ma è soltanto la nostra generazione

Ho chiuso i conti col passato
Non ho più nulla da temere
Mi sono domandato come soffia il vento
E come fa a fischiare

Non è quel che sembra una canzone
Non è quel che sembra una canzone
Ma è soltanto la nostra generazione

E un’altra volta un pugno nello stomaco sarà
Più forte del presente e del futuro che verrà
Senza tempo e senza età

1994


10 aprile 2014

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La voce di Israel

Tra le pagine del tempo
E’ scritto un altro nome
Dall’accento un po’ straniero
Italiano per cognome
Per le strade gira carico di fantasia
Per le strade corre carico di allegria

Lo conoscono per finta
Forse il prete per davvero
Ma in quell’abito scucito
Sembra proprio un uomo vero
Lo accompagnano per mano i genitori
Lo riprendono per sempre i suoi tutori

Sarai grande per davvero
Quando gli alberi da frutto
Saranno germogliati
Nel tuo cuore ormai sconfitto
Preso a rate dal buon samaritano
Preso a rate dalla moglie di un sultano

Da grande sarai la legge
E da buon carabiniere
Profeta di giustizia
E di certo buon borghese
Per quegli uomini che inventano illusioni
Per quegli uomini pietisti un po’ coglioni

Padre di cinque figli
Di una casa e di un cortile
Ministro dei pezzenti
Con quell’aria giovanile
Per un dollaro d’onore e carità
Per un giorno nuovo che mai arriverà

Sarai grande per davvero
Quando gli alberi da frutto
Saranno germogliati
Nel tuo cuore ormai sconfitto
Preso a rate dal buon samaritano
Preso a rate dalla moglie di un sultano

E porterai per non morire
La tua vita come esempio
Cercherai fra le scartoffie
L’indirizzo di quel tempio
Dove pregano per gli angeli di strada
Dove pregano per chi non ha più casa

1994


10 aprile 2014

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Lune storte

E nei tuoi occhi che sembrano liberi
Nelle tue mani che parlano rondini
Nei tuoi discorsi più timidi di così
La luna piena è più piena se è lunedì
Potrei sbagliarmi ma c’eri anche tu con me
Quel pomeriggio arrivavano già le tre
E fra le foglie di grano fischiava la cinciallegra
Innamorata

E nei tuoi occhi sorridono lacrime
Nelle tue mani si stringono brividi
Non mi rispondi, poi torni
A mangiare, a dormire, a baciare, e assaporare
Un buon motivo per ridere ci sarà
Questo silenzio fra poco si scioglierà
In un tripudio di danze e festini, civette in amore
E arrivederci

E nei tuoi occhi che brillano lucciole
Nelle tue mani che inseguono intrepide
L’estate sfoggia le balle di fieno
La gente che corre, e un bel gelato
Canzoni sembrano cose da vivere
Costringeremo gli alieni a confonderci
Approfittando del magico tempo, del magico vento
Che soffia piano

2013


10 aprile 2014

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L’uomo con l’aquilone

Camminava per la strada con un aquilone stretto fra le mani
Rincorreva sogni che nemmeno i sogni sanno bene cosa fare
Brividi d’amore e batticuore al ritmo della turpe fantasia
Comico, ridicolmente uomo con quell’unico vestito blu

Molto prima che arrivasse lei l’aveva immaginato il cataclisma
Certe donne lo si vede dalla gonna nascon solo per far male
Lei veniva dalla steppa con quell’espressione forse un po’ volgare
Cincischiava con le amiche l’ho trovato un altro pollo adatto a me

Quant’è vero che mi ami ami, dammi tutto quello che possiedi
La mia ricompensa sarà regalarti un altro ballo a tarda sera
E se non bastasse lo saranno le mie labbra rosse come il fuoco
Stringimi, ti prego abbracciami che sto benissimo anche senza te

Come passa il tempo, scivolano gli anni, scivolano le stagioni
Perfido colui che chiede senza dare perfida malinconia
Ma il coltello dalla parte dell’impugnatura ce l’ha solo Dio
Non ce l’ha di certo chi è convinto che fortuna basti solo a sé

Così andarono le cose e un giorno peggio del diluvio universale
Se la ritrovò piangente con le mani assorte al suo capezzale
Solo per mostrarle cos’è vita e cos’è invece nulla e preconcetto
Solo perché niente c’è di meglio di un germoglio in mezzo alla città

Quant’è vero che mi ami ami, dammi tutto quello che possiedi
La mia ricompensa sarà regalarti un altro ballo a tarda sera
E se non bastasse lo saranno le mie labbra rosse come il fuoco
Stringimi, ti prego abbracciami che sto benissimo anche senza te

Oggi tutto è ormai cambiato dove se n’è andata non lo sa nessuno
L’altro giorno raccontavano però di un uomo senza l’aquilone
Ridere non serve, piangere non basta, allora tutto è un’illusione
L’illusione è spesso ridere che tanto piangere viene da sé

Quant’è vero che mi ami ami, dammi tutto quello che possiedi
La mia ricompensa sarà regalarti un altro ballo a tarda sera
E se non bastasse lo saranno le mie labbra rosse come il fuoco
Stringimi, ti prego abbracciami che sto benissimo anche senza te

2013


10 aprile 2014

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Tempesta

1. Brilla la luna stasera, più delle luci in città
E canta la triste storia di quella nave là

2. Oggi è il 14 aprile, le onde spaventano già
Per il prezioso domani, nulla ci preoccuperà

3. Notte di stelle e di sogni, mare di tranquillità
Nessun ormeggio fantasma, quante le comodità

4. Salpa la nave in silenzio, scampoli di eternità
Forza signore e signori, si chiama modernità

5. Cigolano i lampadari, sottocoperta e qua e là
Suona l’orchestra ammaestrata, do, la si, sol, re, mi, fa

6. C’è il comandante arrabbiato, ballano gli altri un foxtrot
C’è chi l’ha già immaginato, fa troppo freddo a New York

7. Ma non è Leo preoccupato, quante ne ha viste chissà
Storie di malavitosi, piaghe della società

8. Penne, matite e disegni, Leo un bel ritratto farà
Per la ragazza del ponte di cui si innamorerà

9. E adesso cosa succede, strano ballare così
Piangono anche le sirene, domenica e lunedì

10. Dondola il controsoffitto, sveglia la ciurma dov’è
L’acqua che scende arrabbiata, non si capisce perché

11. Ridicoli passeggeri, regine, principi e re
Mare che sembra petrolio, il cielo più buio che c’è

12. La nave non sta più a galla, dicono che affonderà
Gli angeli affollano il ponte, nessuno si salverà

13. Fradici nel corridoio scappano di qua e di là
Uomini e donne in camicia, cadaveri senza età

14. Urla di rabbia il motore, l’elica non parte più
Bruciano anche le pistole, scivola sempre più giù

15. Volano e cadono in acqua vivi più morti che mai
Sogni e promesse di addio, stelle in un mare di guai

16. Cuori strappati alla vita, scocca la mezza e chissà
Se qualche dio di passaggio, forse lui ci proverà

17. Quaranta gradi a levante, non abbastanza però
Trema la scritta Titanic, da quel minuscolo oblò

18. Wellington stava dormendo, sogni di celebrità
Batte il suo cuore bambino, tragica fatalità

19. Lame e spuntoni d’acciaio, quanti bicchieri a metà
Tavoli senza padroni, non una specialità

20. Uomini di poca fede, mondi distanti da qui
Spazi da dimenticare, sceneggiature di un film

21. Gridano uomini e donne, piangono vecchi e bebè
Quanto rumore in coperta, quanto dolore che c’è

22. Suonano anche le campane, ma non a festa perché
Piangono padri e padroni, e una risposta non c’è

23. Figlie rincorrono madri, madri di grande virtù
Pregano anche gli assassini, Maria, Giuseppe e Gesù

24. Bacia la giovane moglie, l’uomo più ricco che c’è
Astor grandioso scrittore, è l’ultimo viaggio per te

25. Grandi scrittori alla gogna, giocano in fila per tre
Scegliere non è scontato, niente è scontato perché

26. Fratelli senza un cognome, danzano un ballo retrò
In un abbraccio mortale, peggio, no, non si può

27. Scialuppe di salvataggio, schiene spezzate a metà
Gesti da voltagabbana, strascichi di libertà

28. Vescovi, santi e matrone, pregano non si sa chi
Forse una stella caduta, forse la fine di un film

29. Storie di periferia, tragiche calamità
L’acqua non teme confronti, ormai è arrivata fin qua

30. Backus sorride nervoso, lui che nuotare non sa
Offre il suo posto allo storpio, pace e solidarietà

31. Brilla una luce ad oriente, il paradiso è già qua
C’è chi ormai già più non sente, qui la sua tomba sarà

32. Gridano dai boccaporti, uomini e donne in tutu
C’è una signora che azzarda, forza tiratemi su

33. Leo sta per precipitare, dove nessuno lo sa
Meglio sarebbe nel cuore della sua dolce metà

34. Quante le porte bloccate, fiotti di sangue qua e là
Vittime senza peccato, margheritine e lillà

35. Nemmeno un po’ di magia serve a salvare chi fu
Semplicemente imbarcato, stupida la gioventù

36. Il comandante incantato piange e si scola il suo rum
L’ultimo sorso pagato, per un sospiro di più

37. Lacrime fra i passeggeri, brividi di vanità
Bambole di porcellana, foglie volate chissà

38. Tornano vecchi presagi, c’è chi una volta sognò
L’affondamento di un mondo, Titanic lo si chiamò

39. Il capitano sta andando, chiamano dall’aldilà
Cinquantamila di peso, l’acciaio che affonderà

40. Brilla la bussola ancora, brilla nel freddo che fa
Non c’è più niente da fare, le trombe tuonano già

41. Eccola l’Apocalisse, piangere non servirà
Tutto è oramai stato scritto, sempre si ricorderà

42. Reaper missione compiuta, milleseicento anni fa
Milleseicento domande, quante le perplessità

43. Considerazioni di grido, fresche di stampa in città
Niente che valga la pena, quel che il buon Dio vorrà

44. Giunse notizia alla radio, grande cordoglio ci fu
L’amor per tutte le cose, l’amor per chi non c’è più

45. La sentinella in guardiola pensa alla sua gioventù
Stava il Titanic affondando nel blu dipinto di blu

2013


10 aprile 2014

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Un sorriso

Tu che mi conosci
Tu che intanto cresci
Tu che non mi hai mai visto cantare
Tu che non ne approfitti in amore
Tu che non ti accontenti di amare

Tu che credi in quello che fai
Tu che non ti scoprirai mai
Tu che parli e un giorno sarai
Un sorriso che non tramonterà

Tu che mi conosci
Tu che intanto cresci
Tu che non mi hai mai visto bambino
Tu che non te ne accorgi se suono
Tu che non mi assomigli a nessuno

Tu che credi in quello che fai
Tu che non ti scoprirai mai
Tu che parli e un giorno sarai
Un sorriso che non tramonterà

1995


10 aprile 2014

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Una tazza di caffè

L’estate sta finendo
L’estate se ne va
Son pronto per partire
Non è una novità

Servitemi signora
Servite il vostro re
Un timido sorriso
Un sorso di caffè

Le scriverò dal fronte
Le scriverò così
Per lei potrei morire
E trasferirmi qui

E il vento sarà lieve
Quando la rivedrò
E sarà ancora estate
Semmai ritornerò

Le canto una canzone
Ma tempo non ce n’è
Se non per dirsi addio
O un sorso di caffè

2013