Dalla campagna si vede arrivare
Giuan da Zin con il suo sferragliare
Mille coltelli, una spada, un bastone
Non un difetto e nemmeno un padrone
Freddo fa freddo per forza è gennaio
Sbattono i denti perfino in pollaio
Ma non c’è tempo, passato è il Natale
Oggi è un gran giorno, si ammazza il maiale
Meglio non farlo vedere ai bambini
Troppo crudele, son troppo piccini
Gelido e impavido sussurra il vento
Chi l’ha mai visto un maiale contento
Tutto è ormai pronto, sta per cominciare
Giuan da Zin si avvicina al maiale
Con il coltello più grosso che ha
Lo taglia in due senza alcuna pietà
Sangue dabbasso, daccapo, per terra
Corrono donne che sembrano in guerra
Niente si spreca del porco maiale
Né la più putrida via intestinale
Piange, grugnisce, si arrende il porcello
C’era una volta quel bel praticello
Dove c’andava per fantasticare
O per una scrofa da riconquistare
Giuan da Zin e un bicchiere di rito
Per festeggiare il lavoro finito
Saran salami, cotenne e chissà
Il cotechino che faccia farà
Per la campagna si vede sbiadire
Giuan da Zin con le sue mille lire
Con le cartucce, la fionda e il coltello
Anche se il prossimo sarà un vitello
2013
Tra le pagine del tempo
E’ scritto un altro nome
Dall’accento un po’ straniero
Italiano per cognome
Per le strade gira carico di fantasia
Per le strade corre carico di allegria
Lo conoscono per finta
Forse il prete per davvero
Ma in quell’abito scucito
Sembra proprio un uomo vero
Lo accompagnano per mano i genitori
Lo riprendono per sempre i suoi tutori
Sarai grande per davvero
Quando gli alberi da frutto
Saranno germogliati
Nel tuo cuore ormai sconfitto
Preso a rate dal buon samaritano
Preso a rate dalla moglie di un sultano
Da grande sarai la legge
E da buon carabiniere
Profeta di giustizia
E di certo buon borghese
Per quegli uomini che inventano illusioni
Per quegli uomini pietisti un po’ coglioni
Padre di cinque figli
Di una casa e di un cortile
Ministro dei pezzenti
Con quell’aria giovanile
Per un dollaro d’onore e carità
Per un giorno nuovo che mai arriverà
Sarai grande per davvero
Quando gli alberi da frutto
Saranno germogliati
Nel tuo cuore ormai sconfitto
Preso a rate dal buon samaritano
Preso a rate dalla moglie di un sultano
E porterai per non morire
La tua vita come esempio
Cercherai fra le scartoffie
L’indirizzo di quel tempio
Dove pregano per gli angeli di strada
Dove pregano per chi non ha più casa
1994
Camminava per la strada con un aquilone stretto fra le mani
Rincorreva sogni che nemmeno i sogni sanno bene cosa fare
Brividi d’amore e batticuore al ritmo della turpe fantasia
Comico, ridicolmente uomo con quell’unico vestito blu
Molto prima che arrivasse lei l’aveva immaginato il cataclisma
Certe donne lo si vede dalla gonna nascon solo per far male
Lei veniva dalla steppa con quell’espressione forse un po’ volgare
Cincischiava con le amiche l’ho trovato un altro pollo adatto a me
Quant’è vero che mi ami ami, dammi tutto quello che possiedi
La mia ricompensa sarà regalarti un altro ballo a tarda sera
E se non bastasse lo saranno le mie labbra rosse come il fuoco
Stringimi, ti prego abbracciami che sto benissimo anche senza te
Come passa il tempo, scivolano gli anni, scivolano le stagioni
Perfido colui che chiede senza dare perfida malinconia
Ma il coltello dalla parte dell’impugnatura ce l’ha solo Dio
Non ce l’ha di certo chi è convinto che fortuna basti solo a sé
Così andarono le cose e un giorno peggio del diluvio universale
Se la ritrovò piangente con le mani assorte al suo capezzale
Solo per mostrarle cos’è vita e cos’è invece nulla e preconcetto
Solo perché niente c’è di meglio di un germoglio in mezzo alla città
Quant’è vero che mi ami ami, dammi tutto quello che possiedi
La mia ricompensa sarà regalarti un altro ballo a tarda sera
E se non bastasse lo saranno le mie labbra rosse come il fuoco
Stringimi, ti prego abbracciami che sto benissimo anche senza te
Oggi tutto è ormai cambiato dove se n’è andata non lo sa nessuno
L’altro giorno raccontavano però di un uomo senza l’aquilone
Ridere non serve, piangere non basta, allora tutto è un’illusione
L’illusione è spesso ridere che tanto piangere viene da sé
Quant’è vero che mi ami ami, dammi tutto quello che possiedi
La mia ricompensa sarà regalarti un altro ballo a tarda sera
E se non bastasse lo saranno le mie labbra rosse come il fuoco
Stringimi, ti prego abbracciami che sto benissimo anche senza te
2013
1. Brilla la luna stasera, più delle luci in città
E canta la triste storia di quella nave là
2. Oggi è il 14 aprile, le onde spaventano già
Per il prezioso domani, nulla ci preoccuperà
3. Notte di stelle e di sogni, mare di tranquillità
Nessun ormeggio fantasma, quante le comodità
4. Salpa la nave in silenzio, scampoli di eternità
Forza signore e signori, si chiama modernità
5. Cigolano i lampadari, sottocoperta e qua e là
Suona l’orchestra ammaestrata, do, la si, sol, re, mi, fa
6. C’è il comandante arrabbiato, ballano gli altri un foxtrot
C’è chi l’ha già immaginato, fa troppo freddo a New York
7. Ma non è Leo preoccupato, quante ne ha viste chissà
Storie di malavitosi, piaghe della società
8. Penne, matite e disegni, Leo un bel ritratto farà
Per la ragazza del ponte di cui si innamorerà
9. E adesso cosa succede, strano ballare così
Piangono anche le sirene, domenica e lunedì
10. Dondola il controsoffitto, sveglia la ciurma dov’è
L’acqua che scende arrabbiata, non si capisce perché
11. Ridicoli passeggeri, regine, principi e re
Mare che sembra petrolio, il cielo più buio che c’è
12. La nave non sta più a galla, dicono che affonderà
Gli angeli affollano il ponte, nessuno si salverà
13. Fradici nel corridoio scappano di qua e di là
Uomini e donne in camicia, cadaveri senza età
14. Urla di rabbia il motore, l’elica non parte più
Bruciano anche le pistole, scivola sempre più giù
15. Volano e cadono in acqua vivi più morti che mai
Sogni e promesse di addio, stelle in un mare di guai
16. Cuori strappati alla vita, scocca la mezza e chissà
Se qualche dio di passaggio, forse lui ci proverà
17. Quaranta gradi a levante, non abbastanza però
Trema la scritta Titanic, da quel minuscolo oblò
18. Wellington stava dormendo, sogni di celebrità
Batte il suo cuore bambino, tragica fatalità
19. Lame e spuntoni d’acciaio, quanti bicchieri a metà
Tavoli senza padroni, non una specialità
20. Uomini di poca fede, mondi distanti da qui
Spazi da dimenticare, sceneggiature di un film
21. Gridano uomini e donne, piangono vecchi e bebè
Quanto rumore in coperta, quanto dolore che c’è
22. Suonano anche le campane, ma non a festa perché
Piangono padri e padroni, e una risposta non c’è
23. Figlie rincorrono madri, madri di grande virtù
Pregano anche gli assassini, Maria, Giuseppe e Gesù
24. Bacia la giovane moglie, l’uomo più ricco che c’è
Astor grandioso scrittore, è l’ultimo viaggio per te
25. Grandi scrittori alla gogna, giocano in fila per tre
Scegliere non è scontato, niente è scontato perché
26. Fratelli senza un cognome, danzano un ballo retrò
In un abbraccio mortale, peggio, no, non si può
27. Scialuppe di salvataggio, schiene spezzate a metà
Gesti da voltagabbana, strascichi di libertà
28. Vescovi, santi e matrone, pregano non si sa chi
Forse una stella caduta, forse la fine di un film
29. Storie di periferia, tragiche calamità
L’acqua non teme confronti, ormai è arrivata fin qua
30. Backus sorride nervoso, lui che nuotare non sa
Offre il suo posto allo storpio, pace e solidarietà
31. Brilla una luce ad oriente, il paradiso è già qua
C’è chi ormai già più non sente, qui la sua tomba sarà
32. Gridano dai boccaporti, uomini e donne in tutu
C’è una signora che azzarda, forza tiratemi su
33. Leo sta per precipitare, dove nessuno lo sa
Meglio sarebbe nel cuore della sua dolce metà
34. Quante le porte bloccate, fiotti di sangue qua e là
Vittime senza peccato, margheritine e lillà
35. Nemmeno un po’ di magia serve a salvare chi fu
Semplicemente imbarcato, stupida la gioventù
36. Il comandante incantato piange e si scola il suo rum
L’ultimo sorso pagato, per un sospiro di più
37. Lacrime fra i passeggeri, brividi di vanità
Bambole di porcellana, foglie volate chissà
38. Tornano vecchi presagi, c’è chi una volta sognò
L’affondamento di un mondo, Titanic lo si chiamò
39. Il capitano sta andando, chiamano dall’aldilà
Cinquantamila di peso, l’acciaio che affonderà
40. Brilla la bussola ancora, brilla nel freddo che fa
Non c’è più niente da fare, le trombe tuonano già
41. Eccola l’Apocalisse, piangere non servirà
Tutto è oramai stato scritto, sempre si ricorderà
42. Reaper missione compiuta, milleseicento anni fa
Milleseicento domande, quante le perplessità
43. Considerazioni di grido, fresche di stampa in città
Niente che valga la pena, quel che il buon Dio vorrà
44. Giunse notizia alla radio, grande cordoglio ci fu
L’amor per tutte le cose, l’amor per chi non c’è più
45. La sentinella in guardiola pensa alla sua gioventù
Stava il Titanic affondando nel blu dipinto di blu
2013