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11 aprile 2014

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L’astrologia per don Ferrante

Segno di fuoco, coraggio e avventura
Di questo e altro anche Renzo è dotato
Da buon leone di nulla ha paura
Ma è col buonsenso che Dio l’ha creato
Giovane, semplice e senza pretese
Luna in bilancia, agosto il suo mese

Meticolosa, precisa, indulgente
Per don Abbondio è la serva ideale
Vergine pura, da lui dipendente
Fondamentali contegno e morale
Farle l’oroscopo non è scontato
Diavolo, testa dell’inginocchiato

Frate Cristoforo è il più equilibrato
Semplicemente fa parte del segno
Della bilancia, così moderato
Senz’altro del paradiso il più degno
Con l’ascendente gemelli che spiega
La sua natura di grande stratega

Dalle effemeridi posso capire
Quello che il Griso potrebbe inventare
Non un regalo, ma il triste colpire
Di un pungiglione che può anche ammazzare
Dello scorpione d’altronde s’intenda
Anche l’azione più assurda e tremenda

Del sagittario felice, entusiasta
Potrei distinguere intuito e amore
Contradditorio quel tanto che basta
Giove governa, l’azzurro il colore
Tipico segno di suore confuse
Nate per essere tutt’altro che illuse

L’Innominato lo dice anche il nome
Non nominarlo un po’ a tutti conviene
Del capricorno, per quanto, per come
Testa più dura di mille catene
Introspezione però che conduce
Anche nel buio a trovare la luce

Per l’amicizia darebbe ogni cosa
Ma senza amore è impossibile stare
Segno l’acquario di intrepida sposa
Lucia Mondella sta per convolare
Stile, eleganza, ma un po’ permalosa
Comunque onesta, gentile e affettuosa

Pesce fuor d’acqua, talvolta sebbene
Sappia anche lui rispettare la croce
Lodi al mattino, poi vespri e novene
Forse più attento ad un piatto che scuoce
Pesci nel segno di Giove e Nettuno
Per don Abbondio chiunque e nessuno

C’è poi l’ariete che gioca col fuoco
Ma all’occorrenza anche attento e leale
Non è da tutti, né cosa da poco
Dare consigli da confessionale
Come l’Agnese che mai si dispera
Benché la vita è fin troppo severa

Quanto alla Spagna è fin troppo crudele
Rabbia, cinismo, ricchezza e potere
Dallo zodiaco a Pasqua e Natale
Non un accenno ad acquasantiere
Segno del toro, smeraldo, ossidiana
Per Don Rodrigo speranza assai vana

Spirito libero, a volte imbroglione
Fantasticare è pur sempre un piacere
Meglio coi forti che con la ragione
Pronto l’Azzeccagarbugli “ostelliere”
Quasi un gemelli per antonomasia
Fiori di zucca, melissa ed eufrasia

Prodigo come Gesù fra i lebbrosi
Caritatevole per ogni dove
Col cardinale chiunque si sposi
Può star tranquillo qualcosa si smuove
Segno del cancro, gentile e amoroso
Luna governa il suo lato lagnoso

2013


11 aprile 2014

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La fine di don Rodrigo

Calda la sera di fine agosto
Di straviziare non è mai sazio
Ride anche il Griso sempre disposto
A soddisfare qualunque dazio

Il conte Attilio, povero idiota
Ridicolmente commemorato
Ma camminando, certo, la nota
Una stanchezza senza peccato

Don Rodrigo, ammalato, condannato per l’eternità
Don Rodrigo, l’appestato, chi lo salverà

Giungono a casa, Griso, la luce
Pessima cera signor padrone
Non ci pensare, lo si deduce
Colpa del vino e della stagione

La buonanotte si raccomanda
Ma sono sogni brutti e arruffati
Nella gran chiesa Morfeo comanda
Frate Cristoforo e corpi straziati

Don Rodrigo, ammalato, condannato per l’eternità
Don Rodrigo, l’appestato, chi lo salverà

Fianco sinistro, quanto dolore
Presto delirio e disperazione
Non un chirurgo, non un dottore
Quel che si vede è proprio un bubbone

Morte e terrore, odio e disgusto
Ma don Rodrigo continua a sperare
Griso, mio fido, impavido e giusto
Torno, guarisco e ti donerò il mare

Don Rodrigo, ammalato, condannato per l’eternità
Don Rodrigo, l’appestato, chi lo salverà

Solo un po’ d’acqua, ti prego, fai presto
Le forze mi stanno già abbandonando
Meglio di no, capirete il mio gesto
Mali bisbetici, vado curando

Stelle e pianeti, difficile dirlo
Non è Biondino e nemmeno Carlotto
Sono monatti non per benedirlo
Praticamente un infame complotto

Don Rodrigo, ammalato, condannato per l’eternità
Don Rodrigo, l’appestato, chi lo salverà

Per don Rodrigo è questione di ore
Non c’è più tempo per contrattaccare
Triste la fine di chi solo muore
Senza aver mai cominciato ad amare

2013


10 aprile 2014

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Avanti Marsch

Freddo cane porco mondo, giraci intorno, giraci intorno
Freddo cane porco mondo, forse nessuno si salverà

Freddo cane porco schifo, non un amico, non un amico
Freddo cane alla malora, non un sole mi basterà

Cala la nebbia alla frontiera, non ho paura, non ho paura
Cala la notte all’improvviso, ecco il cecchino la benedirà

Suona suona anche l’orchestra, ma non a festa, ma non a festa
Suonan suonan le campane per chi il domani non lo vedrà

Vita, morte e girasoli, forte tuonano i cannoni
Neanche Dio ci fermerà, reggimento avanti marsch

Suona suona cornamusa, non una musa, non una musa
suona suona indiavolata, quando l’orchestra si fermerà

Campanile di San Pancrazio, San Nicola, san Nicola
Presbiterio, Precenicco, Campacavallo che passerà

Cartoline dall’inferno, dalla radura, dalla radura
Cartoline e in paradiso forse qualcuno ci arriverà

Sentimenti allo sbaraglio, dov’è lo sbaglio, dov’è lo sbaglio
Sentimenti alla deriva e pensierino a mamma e a papà

Vita, morte e girasoli, forte tuonano i cannoni
Neanche Dio ci fermerà, reggimento avanti marsch

Tallonati dalla fame, baionetta al contrattacco
C’è un somaro, c’è un somaro che qualcuno divorerà

Napo, Napo, Napoleone, non un buffone, non un buffone
Napo, Napo, Napoleone, sull’attenti che passerà

Scartamento un po’ ridotto, scartamento di confine
Mi si gela anche il colbacco, come a casa ci tornerò

Santa Madre che voi fate, che le piaghe del Signore
Che le piaghe del Signore siano impresse nei nostri cuor

Vita, morte e girasoli, forte tuonano i cannoni
Neanche Dio ci fermerà, reggimento avanti marsch

2013


10 aprile 2014

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Lady D

Da quando ci vediamo è tutto così strano
Da quando ci vediamo il sole non tramonta più
Da quanto siamo stati, vicini e poi spaiati
Qualunque cosa basta a scioglierci nel cielo

Da quando l’orizzonte, non sembra più lo stesso
Da quando l’aria non è l’aria che dicevi tu
Fantasmi del passato, briciole di memoria
Ecco l’ennesimo ripetersi di un sogno

Lady D, lady La-Di-La, se questa storia comincerà
Lady D, lady La-Di-La, si vedrà

Da quando ci crediamo è tutto più speciale
Da quando ogni momento è buono per un dejàvu
Le frasi dette a caso, storielle da imparare
Biciclettate insieme in riva al fiume o al mare

Da quando l’algoritmo dei nostri intendimenti
Ha indovinato il tiro del piacevole che fu
Da quando è tutto nuovo, compreso il Medioevo
Compresa la tua vecchia giacca con i fiori gialli

Lady D, lady La-Di-La, se questa storia comincerà
Lady D, lady La-Di-La, si vedrà

Da quando il mondo intero non ha più pregiudizi
Da quando l’imbrunire non impensierisce più
Da quando sei arrivata, la vita è risbocciata
Non è più solo la carriera di un templare

Da quando il mondo ride, è tutto così bello
Chiamarla non è un eufemismo eterna gioventù
Da quando alle domande, non servono più riposte
Tu la miglior risposta che si possa dare

Lady D, lady La-Di-La, se questa storia comincerà
Lady D, lady La-Di-La, si vedrà

2013


10 aprile 2014

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La morte di Alexandra

Senti la pioggia come cade
La notte che ci assale
Il vino da stappare non conviene più

Non servono i capricci
Non basta più pregare
Benché paradossale sia chiamarla gioventù

E adesso dove andiamo
E adesso che si fa
E adesso che facciamo
Se Aleksandra morirà

Guarda, che faccia da paura
La febbre la consuma
Ma il fuoco fallo andare, andare ancora un po’

Signora non è il caso
Potrebbe rinsavire
Mi stia, mi stia a sentire non la mollerò

E adesso dove andiamo
E adesso che si fa
E adesso che facciamo
Se Aleksandra morirà

Forza preparami un intruglio
Capace di ascoltare
Capace di guarire tutto quello che non va

Ma arrivano i pinguini
Arrivano le mosche
Fa tanto troppo freddo, in questa lurida città

E adesso dove andiamo
E adesso che si fa
E adesso che facciamo
Se Aleksandra morirà

E adesso, adesso tutto tace
Che brividi la pace
Perfino il vento per un po’ non soffierà

Magra consolazione
La primavera arriva
Sbadigliano le rose per l’eternità

2013


10 aprile 2014

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Il mondo di Sibilla

Io sono una ragazza, sognare è il mio mestiere
Mi piace andare a scuola, sì però non mi appartiene
Io sono come un cirro e appena posso volo
E al primo alito di vento m’abbandono

Io sono una scommessa, già vinta come se
Fosse già stato tutto scritto quello che ora c’è
Al di là delle cose semplici e persone
Al di là di qualunque timida canzone

E troppe volte penso che
Non saprei stare senza te
E qualche volta penso che
T’innamorerai di me

Io sono una ragazza, ma gioco a nascondino
Mi metto già la gonna, ma per ora niente vino
Mi piace andare a spasso, vedere tanta gente
Nuotare al largo, al mare, senza il salvagente

Io sono come l’aria, non sono come te
Mi piace fare shopping e poi vedere cosa c’è
Di bello da raccontare
Di questo grande mondo così particolare

E troppe volte penso che
Non saprei stare senza te
E qualche volta penso che
T’innamorerai di me

Io sono una ragazza, sono fatta così
Dipende un po’ dai giorni, non è sempre venerdì
Ma so pensare e poi so danzare
Non ho certo paura di testimoniare

Quel che mi capita
So che significa
Questa vita che sta sbocciando
D’importante che sta accadendo

E troppe volte penso che
Non saprei stare senza te
E qualche volta penso che
T’innamorerai di me

2013


10 aprile 2014

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Dolce Stil Novo

Mi ha detto Dante, mi chiamo Dante
Non son distante, dalla politica del libero pensante
E’ edificante, entusiasmante e al tempo stesso sconvolgente
Mi ha detto Dante, per un istante

Mi ha detto Dante, come un’amante
Il preveggente, ma quale libero pensiero ricorrente
Probabilmente, l’uomo è la pecora migliore fra le tante
Mi ha detto Dante, liberamente

Mi ha detto Dante Dante dimmi dammi anche del tu
Mi ha detto Dante un giorno tutti avremo la tv
Mi ha detto Dante presto scriveremo cartoline da Parigi
Mi ha detto Dante che fra un po’ sapremo tutto dei crossopterigi
Mi ha detto Dante, l’intransigente

Mi ha detto Dante che il salvagente
Non serve a niente, se chi lo indossa è una persona intelligente
Amaramente, oggi che vince è soprattutto l’arrogante
Mi ha detto Dante, terrificante

Mi ha detto Dante, febbricitante
Non valgo niente, se non c’è modo di convincere la gente
Quando presente, che anche un gorilla può svegliarsi presidente
Mi ha detto Dante, semplicemente

Mi ha detto Dante Dante dimmi dammi anche del tu
Mi ha detto Dante un giorno tutti avremo la tv
Mi ha detto Dante presto scriveremo cartoline da Parigi
Mi ha detto Dante che fra un po’ sapremo tutto dei crossopterigi
Mi ha detto Dante, l’intransigente

Mi ha detto Dante, sono un mutante
Un commediante, l’imprevedibile percorso di un aliante
Emozionante, come un tramonto che sbiadisce all’orizzonte
Mi ha detto Dante, perdutamente

Mi ha detto Dante, il comandante
Coscientemente, fin troppe volte l’uomo è peggio di un serpente
Ma non è niente, non è soltanto una questione di quoziente
Mi ha detto Dante, inutilmente

Mi ha detto Dante Dante dimmi dammi anche del tu
Mi ha detto Dante un giorno tutti avremo la tv
Mi ha detto Dante presto scriveremo cartoline da Parigi
Mi ha detto Dante che fra un po’ sapremo tutto dei crossopterigi
Mi ha detto Dante, l’intransigente

Mi ha detto Dante, letteralmente
L’inferno è niente, ma il paradiso è molto meno stravagante
Seduta stante, ci puoi giurare con o senza una scusante
Mi ha detto Dante, rapidamente

Mi ha detto Dante, pubblicamente
Non serve a niente, cercare un modo per redimere la mente
Stupidamente, il pregiudizio è solamente un’attenuante
Mi ha detto Dante, saputamente

Mi ha detto Dante Dante dimmi dammi anche del tu
Mi ha detto Dante un giorno tutti avremo la tv
Mi ha detto Dante presto scriveremo cartoline da Parigi
Mi ha detto Dante che fra un po’ sapremo tutto dei crossopterigi
Mi ha detto Dante, l’intransigente

2013


10 aprile 2014

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Colori

Giallo come un girasole
Rosso come una ciliegia
Verde come la campagna
E chissà il cielo che colore avrà

Viola come la vendemmia
Nero come una mattanza
Freddo come la paura
E chissà il cielo che colore avrà

Ma sono io un pittore, e saprò io che fare
Niente da temere, niente da strafare
Che il cielo si fa anche così
Do, re, mi, fa, sol, la, si

Giallo come la polenta
Rosso come un peperone
Fresco come la rugiada
E chissà il cielo che colore avrà

Grande come una montagna
Comodo come un divano
Gelido come la neve
E chissà il cielo che colore avrà

Ma sono io un pittore, e saprò io che fare
Niente da temere, niente da strafare
Che il cielo si fa anche così
Do, re, mi, fa, sol, la, si

Bella come una farfalla
Bianca come l’innocenza
Rosa come una mattina
E chissà il cielo che colore avrà

Bianco come una cicogna
Grigio come un’incombenza
Strana come l’incertezza
E chissà il cielo che colore avrà

Ma sono io un pittore, e saprò io che fare
Niente da temere, niente da strafare
Che il cielo si fa anche così
Do, re, mi, fa, sol, la, si

2013


10 aprile 2014

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Angelica

Un farabutto, un impostore
Così mi chiamano le streghe del paese
Il manolesta, la manomorta
Son nato figlio di una stella malridotta
Faccia da lupo, mette terrore
Più di qualunque pestilenza o temporale
E arrivederci all’indomani
Anche all’inferno di nessuno avrò pietà

Non ho un amico, né una signora
Disposta a soddisfare qualche mia pretesa
Per questo vivo da delinquente
Maledicendo tutta questa brava gente
La prima volta, venti anni or sono
L’ho pugnalato con l’alare di un camino
E tutto questo per mostrare
Che anche all’inferno di nessuno avrò pietà

Angelica perché mi tocca piangere da solo questa sera
Angelica cos’è che mi fa stare così male a primavera
Ma non rispondi più, perché sei andata via anche tu

Perfino adesso non più in prigione
Sfido le nuvole e la legge del taglione
Disposto a tutto pur di riuscire
A farla franca un’altra volta e non morire
Ma il cielo grigio e manomesso
L’ha già deciso non mi ridarà il permesso
Di cancellare il mio destino
Per cui all’inferno di nessuno avrò pietà

Ma c’è una cosa che mi rincresce
Si chiama Libera e l’ho vista che era in fasce
Parlava poco, parlava piano
Figlia di un principe venuto da lontano
Cercava amore, disperazione
Un buon amico con il quale chiacchierare
Ma sono un figlio della strada
E anche all’inferno di nessuno avrò pietà

Angelica perché mi tocca piangere da solo questa sera
Angelica cos’è che mi fa stare così male a primavera
Ma non rispondi più, perché sei andata via anche tu

2013


10 aprile 2014

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Uomini e no

Uno scrittore, un tipo un po’ all’antica
Si aggira in piena notte per la strada bombardata
Uomini e no, Ginetta e americani
Figliocce scostumate che già pensano al domani

Un paradigma, un’allucinazione
La guerra non è solo il martellare di un cannone
Milano nebbia, Milano addolorata
C’è un comico che preferisce al vino l’insalata

E c’è una storia da raccontare
L’han preso a schiaffi e l’han portato al mare
E ce n’è un’altra da esorcizzare che fa sì e no così

Ciccio combinerai un pasticcio
Se non ti fai vedere
Se non ti fai cullare dalle autorità
Un partigiano figli non ne ha
Ciccio perennemente alticcio
Col cuore da leone
Convinto che Berlino presto affonderà
Ma chissà quanto tempo ci vorrà

Un’emergenza, un’illusione
Un girotondo e già sarà televisione
E la scommessa di un caporale
Non vale tanto quanto il boom di un temporale

E arrivederci, parenti tutti
Son pronto anch’io a servir la patria coi coscritti
La vita è bella, ma non è un sogno
Ci vuol coraggio e un po’ me ne vergogno

E c’è una storia da raccontare
L’han preso a pugni prima di Natale
E ce n’è un’altra da esorcizzare che fa sì e no così

Ciccio combinerai un pasticcio
Se non ti fai vedere
Se non ti fai cullare dalle autorità
Un partigiano figli non ne ha
Ciccio perennemente alticcio
Col cuore da leone
Convinto che Berlino presto affonderà
Ma chissà quanto tempo ci vorrà

2013