Me lo disse per la prima volta una giornalista romana nel corso di un’intervista: «Le tue Spigolature dovrebbero trasformarsi in libri dal tanto che sono sfiziose». Così ieri ho risentito Gaffi Editore di Roma per capire se la cosa può divenire realtà. Insieme abbiamo collaborato in un paio di occasioni, per una radio della capitale, e ora ci siamo ripromessi di sentirci dopo il 5 luglio. Vediamo. Intanto mi accontento delle bozze arrivate ieri dai leccesi di Boré.
Giornata rocambolesca. A Lecco ho incontrato Mauro Rossetto, simpatico e disponibile direttore del Museo manzoniano della città. Stiamo capendo in che modo arrivare al patrocinio per il cd dei Promessi Sposi e alla data live. Alla fine dell’incontro ho visitato il museo e le seicentesche cantine. Non è esclusa l’ipotesi di poter suonare fra le secrete dell’antica proprietà manzoniana: sarebbe davvero interessante. Poi non avendo da scrivere mi sono fermato a Erve e ho raggiunto la Capanna Monza. Era dalla fine degli anni Ottanta che non ci andavo. Ho schivato il temporale per un pelo. Ora torno a sentire Nana per la musica dell’Ossezia. C’è, infatti, la possibilità che possa partecipare al simposio sulla musica georgiana che si terrà a settembre a Tbilisi, presso l’International Research Center For Traditional Polyphony Of Tbilisi State Conservatory.
Firmato oggi per una piccola ma lungimirante e felice casa editrice di Mantova il mio terzo contratto editoriale. Così per Natale uscirà ufficialmente il mio primo romanzo, che dovrebbe intitolarsi Laila. Il Rio Edizioni bagna il naso ai tipi di Bellavite e Leone Editore, case editrici brianzole non del tutto consapevoli dell’importanza di produrre qualcosa di locale. Di narrativa locale. Continuano per la loro strada, ma lontani dal mio modo di vedere, pensare e concepire l’editoria, che in nessun caso dovrebbe permettersi di chiedere anche solo pochi spiccioli per accompagnare all’altare un autore.
Insomma, ieri sera alla Galeria, una signora mi dice che sono una persona “squisita”. Avendolo detto con la panza piena c’è da crederle. E mi ha rifilato un bel dieci euro. Subito dopo un suo amico che compiva 73 anni, altri dieci euro. L’anticipo su una gita da ricordare per sempre, sulle orme di nonno Gaetano e della nonna Leotista, in quel di Boccadiganda, dove nacque mio nonno Aldo nel 1911. A caccia dei loro fantasmi con la famiglia al completo. Non è un caso, però, che al loro cospetto hanno finito per essere solo i tre Grossi del clan. La meraviglia del Po, dell’Uomo di fiume, dei pioppi neri, di una casa abbandonata da lustri…
Mi sono soffermato sui colori dell’Adda che correva verso la Brianza. Uno spettacolo atavico… per il resto, poco da ricordare, a parte una coppia che ha litigato tutta sera a due passi da me. Sono volate parolone e parolacce. Ho temuto che uno dei due finisse per pestare l’altro.
Mi porto ancora i segni della serata appena trascorsa, ma si comprende, è stata forse la migliore della mia vita. Ripenso al camerino in cui abbiamo provato per la prima volta, pochi istanti ed era già ora di salire sul palco. Quando si suol dire “buona la prima”… ma certe sensazioni non deludono. C’era quella rara magia che si instaura fra due musicisti. Non ho dovuto dire nulla a Kristina, è arrivata e sapeva già tutto. Bravissima.
Al Teatro Nuovo con Van De Sfroos, Nanni Svampa e Lissander Brasca. Che altro posso aggiungere? Ah beh, che ero accompagnato da una bravissima violinista, Kristina Mirkovic, che spero di rivedere ancora in qualche mio prossimo live. Con Davide è ormai come parlare con un amico dell’oratorio. Mi ha presentato a suon di trombe, assimilandomi a Jannacci e parlando di una scrittura diretta, secca e tagliente. Partito emozionato, poi sul palco incredibilmente mi sono sciolto. Alla fine la performance è andata a meraviglia. S’è capito dal calore degli applausi. Poi la moglie di Svampa è venuta a farmi i complimenti, e con lei molte altre persone. Un uomo si domandava come potessi non essere ancora famoso dopo aver scritto “Era Milano”. L’ho ringraziato per la gentilezza. Ho salutato Van De Sfroos donandogli il provino dei Promessi Sposi, dovesse frullagli qualche idea per il futuro.
Così si legge oggi su Varesenews.it:
Davide Van De Sfroos, testimonial ufficiale di Regione Lombardia per la cultura, è il direttore artistico di uno spettacolo che lo vedrà condividere la scena con artisti “a km 0”, scelti tappa per tappa per promuovere le risorse musicali locali. A Milano si esibiranno il grande Nanni Svampa, Lissander Brasca e Gianluca Grossi: il più grande interprete della tradizione meneghina, l’originale cantore della “koiné” linguistica lombarda e un cantautore raffinato e non abbastanza conosciuto si intrecceranno, così, con lo spettacolo di Davide Van De Sfroos, accompagnato dal violinista Angapiemage Galiano Persico e dalla cantante Leslie Abbadini.
Parlavamo insieme dell’ipotesi di incontrare un tipo specializzato in musiche medievali, per dare lustro al cd dei Promessi Sposi. Si lanciano dadi perché non si sa mai. Ma la serata m’è piaciuta soprattutto per l’incontro con una coppia di norvegesi, sui sessant’anni. Sono rimasti a sentirmi fino alla fine dello spettacolo, benché non capissero alcunché di italiano. Ma li ho rallegrati cantando una canzone in russo, un paio in francese e spagnolo. Lei mi ha detto di essere vissuta parecchio in Spagna e che il mio spagnolo non è male. Perlomeno ho chiacchierato un po’ in inglese. Al termine dello show hanno voluto una coppia di “Troubadour”. Quando ho detto che costava 5 euro, mi hanno risposto stupiti: “Appena?”. La donna dice che ho la voce per cantare le canzoni di Juanez, cantante boliviano. Se ne vanno barcollando dalla stanchezza e dall’alcol.
S’è finalmente chiuso il tour de force, sette giorni di fila a suonare in giro per la Lombardia. Una bella faticaccia, ma anche qualche soddisfazione. Ieri sera a Mariano ho cantato per la prima volta le canzoni dei Promessi Sposi. E’ stata dura, anche perché mi sono reso conto di non conoscere ancora a fondo i pezzi. Ci sono un sacco di accordi e i testi sono lunghissimi. Spesso mi sono inceppato. Peraltro non avevo abbastanza luce per leggere. Al di là di ciò penso sia fondamentale interfacciarmi con un pubblico che già conosce i brani o almeno sia appassionato di studi manzoniani. Alla fine ho chiacchierato con alcuni presenti, convinti che abbia avuto un’idea geniale. Mi ha fatto piacere. Speriamo di poter presto registrare un cd come Dio comanda. Un saluto ai giovani del liceo Fermi di Cantù che sono venuti a trovarmi anche ieri sera. In particolare a Jacopo, gentilissimo e promettente maturando.