28 agosto 2014
DIARIO 0 CommentiEarly ’80s
L’amico Karl e l’amico Mike quando ancora non ci si conosceva…
L’amico Karl e l’amico Mike quando ancora non ci si conosceva…
Non è perché adesso esce un film che lo riabilita in toto, facendolo addirittura apparire un latin lover. Del resto ho sempre trovato scomoda e riduttiva la canonica descrizione sul suo conto, del poeta, poeta malandato e sofferente e ingobbito e terribilmente malinconico. Qualcosa non mi ha mai convinto di questa descrizione e mi fa piacere sapere che anche Martone l’abbia vista così. Leopardi era un gigantesco critico, forse un filosofo della scienza, molto prima di ogni altra cosa. Peraltro perfettamente moderno. Non mi dispiacerebbe se questo lavoro potesse restituirgli un po’ di verità
Ciao Vinicio ciao, ma l’anno prossimo sarà ancora più ghiotto. Intanto l’autunno imminente, giornate uggiose e piogge a catinelle, fra nuovi giornali, date live e spensierati raid in bicicletta. Due cd escono, uno con la band, l’altro con il violino belgradese, più un libro per Natale; e “Ferragosto” che vedrò di sistemare al più presto… e poi… il buon sapore del tutto in divenire, compresa l’idea di una raccolta di racconti ambientati ad Agrate Brianza…
E la sensazione che la lavastoviglie ci abbia rubato qualcosa, tipo il filosofeggiare che si fa fra una sciacquata e l’altra. Ora il tempo che dedicavano ai piatti da lavare è divenuto altro, inutile riempitivo di una giornata già fin troppo al passo coi tempi (e lontana quindi da qualunque buon proposito di riflettere con sano spirito critico). Me ne accorgo in questi giorni che vivo come negli anni Settanta, in mezzo a un bosco, sotto le stelle, cicalecci a parte…
Alla fine sono proprio i compleanni estivi i migliori, quelli che non si festeggiano a scuola, ma in vacanza con i parenti e quasi sempre gli amici del mare o della montagna. Io, agostano, rammento dei compleanni bellissimi con i miei, e i loro compari di briscola, si festeggiava con torte e regali, finché non veniva per i piccoli l’ora di andare a letto; e, con essa, il meraviglioso sbiadire della voce dei grandi che si perdeva nell’oblio, come una dolce ninnananna. Era bello così, anzi bellissimo, anche se certi compagni poi ti davano dello sfigato perché ti mancava la festa di compleanno canonica. In realtà mancava loro la magia dei compleanni estivi, con un sapore tutto diverso, tutto particolare, impreziosita da un esotismo impossibile da evocare durante i giorni della scuola. Così potrai spiegare ai tuoi futuri compagni, cara Ceci, semmai qualcuno dovesse farti notare la bizzarria…
Metà agosto piuttosto fredda, apoteosi di un’estate fuori dagli schemi. Ma la serata s’è lasciata tranquillamente scaldare trovandomi a discutere con un nuovo conoscente di Rutherford, Bohr, Planck, Pauli, Heisenberg… incredibile, ma vero.
Continua la mia ricerca sui guslar, ma con grande difficoltà. Non esistono informazioni, magari la storia di un guslar particolarmente interessante…
Orbene si è trattato oggi di una giornata a dir poco rocambolesca. La visita alla risiera di Sabba mi ha lasciato attonito, ripensando al calvario patito fra quelle mura da così tante persone. Ma c’è stato anche del bello, su tutti il messaggio ricevuto da Vinicio Capossela. Si dice interessato al mio lavoro sui Promessi Sposi e mi invita a presentare qualche brano nel corso del Calitri Sponz Festival. Confesso di non sapere esattamente dove si trovi Calitri, in un angolo presumo bellissimo d’Italia, incastonato fra Campania, Puglia e Basilicata… La data è prevista per fine agosto. Aspetto delucidazioni. Intanto dovrò capire come arrivare fin là…
Erano innamoramenti fugaci, di qualche giorno e notte. Poi ne arrivava un’altra e tutto ripartiva daccapo. Con lo stesso ineguagliabile romanticismo. Il più delle volte gli incontri avvenivano a messa, in quella chiesetta di fine Seicento. Le osservavo con i loro bellissimi visi, le acconciature più fantasiose, quasi sempre serie e assorte, agghindate con abiti pieni di pizzi e merletti. Erano i primissimi anni Ottanta, ma era come trovarsi in uno spazio senza tempo, folcloristico, dove l’Italia veniva meno, e avevano il sopravvento l’impero austro-ungarico, la lingua tedesca, suoni e melodie che rimandavano ai valzer viennesi. All’epoca mi sposavo cinque o sei volte all’anno ed erano ogni volta fortunose stellate di San Lorenzo.
Il vento che soffia nel paludo spara a mille all’ora, e fa saltare anche i ponti. Io allora mi aggiro fra le spighe di mais, cercando il modo per contenere la sua furia. Invano, certo, è il potere della bora. Curiose specie vegetali, mai viste prima, e libellule multicolor. Sarebbe divertente anche di notte, così da inseguire e decifrare il canto di uccelli tremebondi che ululano senza tregua, o stringere la zampa a chimere incommensurabili. Alla fine giungo al cospetto di una casa singolare, con le imposte di legno, e tutto il resto, compresa una rosa canina che implora pioggia e libeccio.