La categoria dello scrittore, in arte scrittore, esula dal contorno fotografico, artistico si fa per dire, Adrian Baxter insegna arte a Bologna, circondato da percezioni fasulle della realtà. I grafici non si fanno, si costruiscono, applicandosi veementemente, intorno a orridi presupposti di vitalità immortali.
prima prova live (se si esclude la capatina al circolino di mariano) dei promessi sposi. ci sarà anche kristina. sarà in una bella corte di cormano. felice cornice, speriamo nel tempo.
strascichi della serata appena trascorsa, con lady D, Angelica, e molte altre…
insomma, ieri le prerogative per un classico live da festa popolare brianzola c’erano tutte. tutti infatti che si lamentavano per qualcosa che non andava, per situazioni + o – surreali. l’impianto che non funziona, l’impianto che non funziona bene, la corrente che salta, la cena da pagare, il caldo, le zanzare, le mosche, le cavallette… ma alla fine, almeno dal mio punto di vista, è stata una bella serata. piacevole. i volumi erano all’inverosimile, e c’era forse + gente di agrate che di concorezzo. in ogni caso è andata ed è andata bene così. il cd “Uomini e no” è stato ufficialmente presentato, e speriamo possa portare da qualche parte, in qualche angolino sperduto, ancora inesplorato del panorama artistico… locale? nazionale? mondiale? planetario? galattico? storie, storie come ormai non se ne raccontano più. ora si aprono o si chiudono prospettive diverse. scenari + o – fantascientifici. vedremo. staremo a vedere. quel che certo è che tra pochi giorni tornerò a sfilare di fronte alle imposte del vecchio gatto nero.
Ieri ultima prova prima del concerto in villa Zoia. Pare che anche il tempo prometta bene…
Orbene, mi ha appena chiamato Sergio: i cd sono arrivati. Finalmente. Si chiude ufficialmente il secondo capitolo della “Trilogia del villaggio”. Ora si va avanti con Vimercate, come… vedremo. Intanto ci siamo. Sabato sera, alle 21.00, a Concorezzo, nella bellissima cornice settecentesca di Villa Zoia presenteremo il cd alla cittadinanza, in piena sagra del pesce. La meraviglia delle feste popolari.
cosa sia successo con leonard cohen, le sue canzoni e il mio cervello, difficile quantificarlo. tutte le sue canzoni, la sua isoletta greca, le sue canzoni silenziose, la sua poesia, ok il mainstream, ok l’americano medio, piuttosto l’italiano medio malato di americanismo, tuttavia leonard cohen, questo tipo qui, ottuagenario?, sì e no, ma che belle canzoni, le ho imparate da quand’ero imberbe, un’apostasia in sostanza, per i tempi che correvano quando il grunge imperava come un macigno, e io lì come un mentecatto a rincorrere i soliti compassati songwriter… ma erano come dei cronisti con la vena poetica, impossibile tralasciarli, raccontavano e ancora adesso adoro il racconto. si racconta e anch’io racconto, in qualche modo, fra liriche di brani musicali, e prolisse apoteosi di scrittura. insomma, leonard cohen…
ascoltavo un disco dei pastels mai dimenticato gruppo di anni fa che mi faceva stare al passo coi tempi interiori di magazine eletti e poi oggi rinnovo l’idea accompagnandomi a due nuove entrate familiari (così nominate da un altro genere di femminilità)
tutto mi sarei immaginato tranne rimettere mano a pezzi scritti quando avevo su per giù vent’anni. li avevo eliminati, rimossi, poi ascoltando un vecchio nastro, tutto si è riacceso e così la voglia di tornare a cantarli. qualche limatura qua e là e il gioco è fatto. canzoni come il ‘re dei boy-scout’, ‘ramblin’ jack’, ‘dolce lady’, così intrisi di americanità, dave van ronk, bob dylan (si noti la t-shirt), il greenwich village, la neve del greenwich village… mi sto divertendo un sacco a rifarli. per natale magari potrei far saltare fuori un lavoretto a tiratura limitatissima… huck is back?
da noi era il tempo delle mele, da loro marche importate alla rinfusa e dischi passati per magia su cassette. era la romania comunista di ceausescu che andrei pandele ha disegnato così bene. stasera ne parlo che scivolando in via mazzini ho visto un sacco di scene come questa, in bianco e nero, favolose, femmine di borgata che si stringevano per il pericolo di farsi scappare sogni