«I Promessi Sposi sono stati raccontati in tanti modi: con il cinema, il teatro, il musical. Ma non era mai stato fatto con un disco di canzoni e ballate. Una raccolta di dieci brani in grado di ripercorrere l’intera epopea manzoniana, dall’incontro fra don Abbondio e i bravi, alla morte di don Rodrigo e al trionfo della Provvidenza. Il disco – patrocinato dal comune di Lecco – verrà presentato dal vivo questa sera presso la Casa del Custode delle Acque, a Vaprio d’Adda – e reso disponibile agli ospiti. In cartellone Gianluca Grossi (chitarra classica e voce) e Kristina Mirkovic (violino). Fra una canzone e l’altra, alcune divagazioni sul tema della canzone popolare lombarda e altri brani dell’autore agratese, il perfetto ponte fra le foto dell’assenza e il disco manzoniano».
L’assenza è il paradosso di ciò che c’è ma non si vede. L’assenza è l’essenziale. L’unica cosa di cui l’uomo non dovrebbe/potrebbe farne a meno. Più ancora dell’aria, dell’acqua, e del cibo. Perché l’assenza non riguarda il corpo, ma la mente, la coscienza, quell’improbabile e astruso paradigma che gli uomini definiscono anima. Qualcosa che sfugge anche al tempo e allo spazio. Rischia di essere un concetto difficile da raggiungere perché stereotipi, mode e marketing, nascondono la vera essenza delle cose. Ecco dunque lo scopo di questa mostra: cercare di tradurre in immagini l’assenza. Che per qualcuno può significare il nulla (una macchina abbandonata, un cielo plumbeo, un casolare fatiscente) per altri un immenso mondo ancora tutto da esplorare. L’inaugurazione venerdì 4 settembre, alle 18.00, presso la Casa del Custode delle Acque, a Vaprio d’Adda…
La Casa del custode delle acque è un suggestivo edificio di Vaprio d’Adda. Risale al Cinquecento ed è qui che chi commerciava lungo la Martesana doveva pagare il dazio. Cinquecento anni dopo è diventato un punto di incontro per musicisti, pittori e scrittori. In questa sede – grazie all’interessamento di Elide e Simona – avrò il piacere di presentare la mostra fotografica “Le fotografie dell’Assenza” (che rimarrà aperta fino al 20 settembre) e di presentare lo spettacolo (da un balconcino in ferro battuto) “Questo matrimonio non s’ha da fare”, insieme a Kristina Mirkovic e a un paio di ospiti “illustri”. Il tutto avverrà venerdì 4 settembre: l’inaugurazione della mostra alle 18.00, il concerto alle 21.00. E per finire giro notturno e musicale lungo l’Adda…
come quando andavo con l’interrail da ragazzino con cobi e gli altri in giro per l’europa. ero da solo questa volta ma felicemente accompagnato dalla prospettiva di fare sentire le mie canzoni a un pubblico lì per quello, preparato. e poi ho sempre amato viaggiare in treno e scoprire terre mai viste prima. ho già nostalgia di quel posto, o forse l’idea della nostalgia… intanto sono tornato a scrivere e a leggere. l’ultimo della lista è vassalli, capitatomi per caso domenica: la morte di marx. bisogna saperli leggere certi libri, bisogna saperli amare. e adesso sotto con la chimera… doveroso, no?
la gente stava in cerchio, come in un tempio megalitico. c’era un’atmosfera che rare volte si vede in un live. in un mio live. c’era un silenzio spettrale e ogni mia parola risuonava linda e struggente. potevo sussurrare e fare capire benissimo cosa stavo dicendo. in certi casi, laddove la rima era facilmente intuibile, lasciavo fare al pubblico, e così – l’incantesimo, la parodia – indovinavano il finale di una canzone che non avevano mai sentito prima. più di così non si può chiedere. ma chiedo a un me stesso compiaciuto come sarebbe se la gente che mi ascolta conoscesse già le canzoni… come il mare di salerno, il profumo del mare di salerno…
eccomi di ritorno. che dire. non sono facili due parole. è stato un mondo. il mondo di vinicio. che per convergenza evolutiva è un po’ anche il mio mondo. eccomi alla partenza. poi il resto lo tengo per i prossimi giorni. lascio sedimentare sentimenti e impressioni. ma è stata una esperienza meravigliosa. suonare le mie canzoni a mille km di distanza e riuscire a comunicare al pubblico la mia intimità e poi a vendere anche un bel po’ di cd. era nell’aria. e le cose nell’aria vanno prese al volo. come l’attimo che fugge. un bacio all’irpinia.
Trascorsi tre pomeriggi di fila con Vinicio a parlare di rebetiko in occasione dell’uscita del libro La musica dell’Assenza. Insieme ipotizzammo la tracklist di Rebetiko Gymnastas. Ma è Marinai, profeti e balene che continua a rapire il mio immaginario. Alla fine lo lasciai come se l’avessi conosciuto da sempre. Sicché parto domani per l’Irpinia, un mondo che conosco solo per l’eco suscitato da un terremoto avvenuto tanto tempo fa, dove parteciperò al suo Calitri Sponz Festival. Suonerò al tramonto, il 27 e il 28 agosto, qui il programma completo: http://www.sponzfest.it/2015/programma/. Proporrò le canzoni dei Promessi Sposi, da solo, chitarra e voce, proprio come un compassato trovatore. In giro ci saranno giganti della Grecia e della Macedonia che non potrò nemmeno vedere dal tanto bagliore che emetteranno; ma quel che conta è che sarò anch’io lì, a parlare del lago di Lecco, di Manzoni, e don Abbondio. Una nuova grande avventura all’insegna delle sette note…
Scaletta:
1. Don Abbondio incontra i bravi
2. Il regno delle nebbie
3. La storia di fra Cristoforo
4. Malevite
5. La fuga di Renzo
6. Giannina, Giannina
7. L”astrologia per don Ferrante
8. Patchwork
9. L’addio di Lucia
10. Era Milano
11. Gastroenterite
12. Lettera ad Antonio Banfi
ieri ho compiuto gli anni e mi sono arrivati un mucchio di messaggi. sarei un ipocrita a dire che non mi abbiano fatto piacere. uno in particolare mi ha commosso, me l’ha scritto un amico, un amico di una vita che per motivi di privacy (benché credo che per lui non ci sia nessun problema se citassi il suo nome) preferisco non indicare. ma riporto integralmente il suo scritto. ‘quando ci siamo conosciuti avevamo circa 8 e 16 anni. la prima chitarra elettrica che ricordo era in mano tua. sei stato tu a presentarmi dylan e twain. ti ho visto su un palco quando ero un ragazzino, suonavi help, e io ho pensato che volevo farlo anch’io. potrei andare avanti per pagine e pagine. è per dirti che molto di me è frutto di te e che ti voglio bene. buon compleanno gian’. grazie amico mio.
festa di strada
giochi di corte
uomini al ballo
con la consorte
tanti di questi
motivi trascorsi
anni che vanno
mille discorsi
mille regali
una torta, un bignè
grazie di cuore
un augurio anche a te
Arriva la tromba d’aria
Volano i piatti di plastica
Le donne ululano
I padri imprecano
I figli schiamazzano
C’è un cielo nero
Troppo nero per essere vero
Pochi minuti prima
Era solo l’isola dei pescatori
E un ombrellone buttato lì
A caso in mezzo alle onde
Stamane gironzolando per le strade di Latisana, prima di raggiungere un’altura dalla quale era possibile rimirare un vasto panorama che si perdeva lungo il corso del Tagliamento. Ho pensato a Ernest Hemingway che qui s’è innamorato ed è ritornato negli anni Cinquanta, ché aveva forse lasciato per sempre una parte di sé. Un giorno un signore in spiaggia mi ha spiegato che esiste ancora il ristorante nel quale era solito fermarsi per pranzo o cena.
Mi piace Latisana, camminerei a zonzo e per ore lungo i suoi camminamenti. Quest’oggi è stato particolarmente affascinante per via di un bellissimo cielo plumbeo che non ha risparmiato nessuno, compresi i nostri scalpi.
Ho iniziato intanto l’ultimo capitolo del libro I de La Cavallera, con almeno quattro mesi di anticipo. Benché in questa vacanza abbia pensato soprattutto a staccare la spina, sono andato avanti moltissimo con musica e narrativa.