beh, sì, è una cosa un po’ particolare ma è questa l’unica sede dove ascoltare tipi come Inje, Cigdem Aslam, Oana Catalina, Zen, Repetitor, Ulas Ozdemir, Sladjana Milosevic, e mille altri. a rovereto, sabato prossimo alla caffetteria “Le Arti”…
Siviglia, Cordoba, Rhemes, Ceresole, Lignano, Lubiana, Trieste, Bled, Napoli, Salerno, Avellino, Calitri, Portovenere… insomma, mi sa che il 2015 è stato l’anno in cui ho viaggiato di più. Pensavo fosse finita, macché. Il 21 parto per Rovereto, zona Trento, invitato dai ragazzi di Osservatorio Balcani e Caucaso. Si festeggiano i 15 anni del giornale, a monte della conferenza internazionale Transeuropa. Per l’occasione dovrò elaborare e commentare una playlist con le canzoni più interessanti analizzate in questi ultimi anni… niente di meglio, dormirò in un ostello e ancora una volta viaggerò con il mio inseparabile amico, un treno interregionale, io umile hobo da sempre affascinato dal frinire delle rotaie.
A breve il via alle registrazioni…
1. FRANCESCO SFORZA: figura leggendaria della storia locale. Abita a Vimercate dal 6 febbraio 1450 al 23 marzo dello stesso anno, in una casa nei pressi della chiesa di San Stefano. Durante la sua permanenza fortifica un campo con argini e fossi e fa sbarrare tutte le strade che portano a Milano.
Titolo della canzone: IL BORGHESE
2. VITTORIO EMANUELE II: non è certo un vimercatese, ma soggiorna nel borgo brianzolo a villa Sottocasa nel 1849. Ancora oggi è conservata la tazzina di caffè nella quale bevve.
Titolo della canzone: UNA TAZZA DI CAFFE’
3. DON ROMEO ROSA: cappellano di Velasca nato a Rho il 28 aprile 1876. Viene ricordato per il suo entusiasmo e per la totale dedizione ai paesani. Coordina le attività religiose per 32 anni, dando vita a importanti strutture come il Circolo sociale, inaugurato a Velasca il 6 settembre 1908.
Titolo della canzone: LA CASSUOLATA
4. ANTONIO BANFI: nasce a Vimercate il 30 settembre 1886 e ancora oggi è ricordato come un talentuoso e ispirato filosofo. Dopo la laurea in Italia, va a studiare a Berlino e al rientro ottiene la cattedra di filosofia a Lanciano, e in seguito a Urbino. Nel 1925 firma con Benedetto Croce il “Manifesto degli intellettuali antifascisti”.
Titolo della canzone: LETTERA AD ANTONIO BANFI
5. CORRADINO DA VIMERCATE: di lui si sa poco o nulla, però è bello ricordarlo per via di un torneo cavalleresco vinto a Mantova nel 1325. Come premio riceve un cavallo bardato di seta e d’oro.
Titolo della canzone: CORRADINO
6. SAN FRANCESCO D’ASSISI: non ha bisogno di presentazioni uno dei santi più importanti d’Italia e del mondo. La tradizione (benché non corroborata da fonti storiche precise) vuole che il famoso convento di Oreno sia stato visitato da Francesco nel 1215, durante un viaggio verso la Francia.
Titolo della canzone: LAUDATE DOMINUM
7. VITTORIO BRAMBILLA: storico sagrestano della comunità, attivo ininterrottamente per 60 anni. Decano dei sagrestani lombardi, i più anziani del paese lo ricordano per la sua assoluta dedizione alla “causa” e per le sue doti umane.
Titolo della canzone: CRONACHE SACRE
8. CAJO CESARE: è l’estate del 1855 e la Brianza è devastata da un’epidemia di colera. Il morbo colpisce anche i vimercatesi. La prima vittima è Cajo, un contadino di 37 anni, da poco sposato con Luigia Galimberti.
Titolo della canzone: IO E IL COLERA
9. CARLO DONELLI: alcune fonti dicono che sia nato a Milano, ma il nome con cui è riconosciuto a livello nazionale – Carlo Vimercati – non dovrebbe lasciare dubbi sulla sua reale origine. Fu un pittore del periodo tardo barocco, vissuto fra il Seicento e il Settecento, al servizio della famiglia Borromeo e autore di importati opere, fra cui la cosiddetta “Sala di Bacco”, realizzata a Palazzo Trotti.
Titolo della canzone: BANDONEON
10. LUIGI PONTI: ingegnere e benefattore di Vimercate. Grazie alle sue donazioni vede la luce il primo asilo del paese. Il via ai lavori viene ordinato con il consiglio comunale del 16 novembre 1869, presieduto dal sindaco Antonio Gargantini.
Titolo della canzone: DIRITTO DI ASILO
ennesima boutade al mai uguali, ieri sera c’erano anche fabi, miko, peggy, invan… è stato bello e divertente improvvisare, stranamente si sentiva anche bene, certe canzoni stanno in piedi ormai alla grande, se solo esistessero situazioni più congeniali…
ieri sera alla galeria un tipo nato nel 1933 scambia con me un po’ di chiacchiere. mi dice che andava a scuola con enzo jannacci, e che ha più volte incontrato pozzetto. ha l’aria di essere un pittore. chiedo info e mi spiega che ha sempre collezionato e venduto auto d’epoca. è il motivo per cui negli anni ha mantenuto i rapporti con enzo e renato. gli avrei dato almeno dieci anni in meno. un tipo simpatico. mi ha poi raccontato della milano del dopoguerra e dei suoi nonni di origine piemontese. non mi stancherei mai di ascoltare storie su storie. storie anche quelle di stamattina, assonnato in villa castelbarco a cercare pertugi settecenteschi dalle parti dell’acquedotto…
che tu ci creda o no fra i miei vari scopi nella vita c’è anche questo: capire in che modo sia possibile percorrere un cammino parallelo a quello delle lingue dal punto di vista musicale. sono infatti convinto che alla base del ramo europeo ci sia una “desinenza” musicale comune che ha poi portato alle varie differenziazioni: italico, germanico, slavo. ho possibilmente riscontrato già similitudini ancestrali fra il linguaggio musicale italico e quello germanico, ma non con quello slavo… e il celtico, che ci fa lì in fondo a sinistra?
Quando qualcuno sceglie di andare in viaggio di nozze (o semplicemente in vacanza) punta sempre alle solite stancanti, melense, scontate mete. Semmai io dovessi ritrovarmi in una situazione del genere (cosa assai rara purtroppo negli ultimi tempi), cercherei qualcosa di infinito, di impercettibile, di estremo, come percorrere gli interminabili spazi che circondano città come Dudinka, piena Siberia, freddo epocale, nulla assoluto. Perché è lì che, paradossalmente, c’è davvero qualcosa, è li che si cela l’essenza, l’assenza, il tutto. Il resto è plastica. E’ lo stesso motivo per cui ogni anno entro in combutta con le mie quattro donne quando le obbligo a seguirmi in qualche villaggio sperduto della Slovenia. Mi dicono sempre: cosa ci andiamo a fare? Non c’è nulla! E io: ma come se c’è tutto! Come in questa foto a Sela na Krasu…
olà, domenica ora aperitivo si gioca in casa, in terra amica, a roncello, al mai uguali faremo il solito show improvvisato all’insegna dell’autunno avanzato e di una buona guinness servita con tanto affetto dai giovinastri del posto…
All’indomani della bruciante vittoria di Erdogan in Turchia, un film che con grazia magistrale aiuta a capire cosa si cela oltre i confini di Istanbul (ché prima di commentare l’Islam bisognerebbe comprenderlo). Si intitola Mustang ed è la storia di cinque ragazze allevate da una nonna e da uno zio. Di sfondo il Mar Nero, una scandalosa partita a pallone, un villaggio ancestrale dove le tradizioni soffocano ogni cosa, ma non il desiderio di libertà…
trasversale come un sogno, un tentativo, una scommessa. trasversale come una parola scritta al contrario per suggerire all’interlocutore che di fronte a una scelta, a un problema, a un pensiero, ci sono molte più chance di quanto si possa immaginare.