Sanremo fa parte del nostro Dna. Perché spendere ogni anno cinque giorni di fila per bollarlo? Nessuno lo guarda per ascoltare Stravinsky o Cage, lo seguiamo per la barbetta di Vessicchio, la goffaggine di Garko, l’imitazione di Belen, Elton John che parla di famiglia. Non si guarda Sanremo per la musica (tantomeno per i testi), ma per il costume, il pettegolezzo, il provincialismo del quale non dovremmo più vergognarci, ma farne tesoro. E per il ruolo sociale che riveste unendo nelle discussioni famiglie e amici molto più di altri eventi televisivi. Le solite, obsolete e scontate critiche che arrivano dai troppi improvvisati intenditori di musica lasciano davvero il tempo che trovano. Io non ho mai ascoltato gli Stadio e mai li ascolterò e fino a ieri non sapevo nemmeno chi fosse la Michielin ma intanto… viva il Festival!