Ritorno in via Solferino

12 gennaio 2016

oggi torno sul corrierone non come giornalista ma come autore di canzoni. di fatto sono al termine della trilogia del villaggio, non proprio una bazzecola, su per giù quaranta canzoni, comprese persone morte di peste o colera secoli fa, come dire, un prodotto altamente commerciabile e commestibile… perlomeno non mancano gli spunti per un’opera – lo si prenda con le pinze, nel senso genuino del termine – alla gogol, che ha descritto tanto bene la gente comune, il popolo, coloro che non facendo la storia di fatto ne sono i responsabili; perché sono questi i veri eroi, gli eroi di tutti i giorni, che non fanno notizia, ma si fanno un mazzo gigantesco, e tirando avanti la baracca rendono all’uomo il sapore invincibile della poesia. a queste persone sono dedicate queste quaranta canzoni, persone che vorrei continuare a (de)cantare finché l’ispirazione mi terrà in ballo la notte come un sortilegio. il resto è solletico, accidia, pusillanimità.

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