In qualche modo Bowie ci ha insegnato a volare. Su Marte e non solo. Con l’immaginazione. Io ero un infante, o poco più. Ma lui era già nell’aria come i fumetti di Topolino. Lo sentivo, lo percepivo, anche se ancora non lo conoscevo e la sua non era una letteratura come quella di Dylan, più vicina al mio Dna. Per fortuna è tutto molto relativo. Come Life on Mars. Come il suo ultimo disco. Come il profumo del grembiule di mia nonna. Viene da dire grazie, anche se suona un po’ ridicolo.