il semaforo di via orefici

11 ottobre 2014

il vero problema forse è riconducibile ai semafori ché con il loro sopravvento per la prima volta emerse la necessità di regolamentare il traffico e quindi un eccesso di buontemponi in giro a fare cagnara. dal giorno dell’invenzione dei semafori tutto è diventato regola, ogni cosa deve avere una regola. le regole, dunque, parafrasano la politica attuale e la scuola, realtà che tengono in piedi la società, ma completamente prive di fantasia. sicché le regole uccidono la fantasia, i semafori hanno iniziato a uccidere la fantasia. e non ci siamo ancora fermati. oggi vado a prendere mia figlia a catechismo e noto all’improvviso una marea di bimbi che esce dalle aule. tutti regolamentati da un orario ben preciso. dopo di loro, gli altri, tutti cronometrati. viviamo in un mondo fatto di regole, ma ce ne sono troppe e spesso inutili. non vorremmo svegliarci un giorno e dover compiere un preciso numero di respiri nelle 24 ore, perché non si può superare una certa regola. una certa soglia. tutta colpa di uno stupido e banale semaforo. il primo, a milano, nel 1925.

beykic


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